Sulla scrivania del gup Leonardo Chesi è arrivato nei giorni scorsi un altro capitolo della maxi inchiesta denominata Easy Permit, quella che ha scoperchiato il sistema dei "permessi facili" messo in piedi per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno a stranieri senza i requisiti previsti dalla legge. Infatti, il pubblico ministero Lorenzo Boscagli (foto), titolare dell’indagine insieme al collega Lorenzo Gestri, ora trasferito alla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Firenze, ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per 163 imputati, dei quali 14 italiani ed i restanti di nazionalità cinese. La maxi inchiesta, alla ribalta delle cronache ad ottobre 2021, era partita con numeri da capogiro grazie al lavoro di procura e guardia di finanza: 209 indagati e 8 arresti. A finire nei guai anche diversi ’colletti bianchi’ italiani, quali consulenti del lavoro e titolari di società elaborazione dati. Documenti falsi per fare permessi di soggiorno, denaro nero e lingotti d’oro per i pagamenti: così si sarebbe nutrito di manodopera illegale il distretto cinese del tessile a Prato. Adesso l’avviso di conclusioni indagini con la richiesta di rinvio a giudizio: da considerare che una cinquantina di notifiche non sono andate a buon fine perché i destinatari sono risultati irreperibili.
Adesso le persone per le quali la procura chiede il rinvio a giudizio sarebbero coinvolte in vario modo, ciascuna per il propro ruolo, all’interno del sistema dei permessi facili. Fra coloro che hanno ricevuto la notifica di avviso di conclusione delle indagini preliminari anche i quattro professionisti, tre italiani ed un cinese, per i quali si è aperto nel marzo 2022 il processo con rito immediato. Per loro, se il gup Chesi lo riterrà, si potrebbe aprire un altro fronte giudiziario e potrebbero essere chiamati a rispondere di altre contestazioni. Adesso non resta che attendere la decisione del gup.
Ricordiamo che l’operazione "Easy Permit" era scaturita da un controllo effettuato nel 2017 dalla polizia municipale contro gli abusi edilizi: allora gli agenti avrebbero dovuto effettuare una verifica su una grossa confezione con 48 dipendenti, ma quando arrivarono a fare il sopralluogo al Macrolotto trovarono portone sbarrato e nessun movimento, neanche tra le aziende vicine.
L’inchiesta di procura e guardia di finanza avrebbe scoperto che sotto la regia di alcuni studi di consulenza del lavoro venivano realizzati documenti falsi - il kit utile al rinnovo del permesso di soggiorno costava 10 euro - che permettevano a imprenditori ‘occulti’ cinesi di far ottenere il rinnovo di permessi di soggiorno a lavoratori orientali sprovvisti. La mega operazione scattò all’alba del 13 marzo 2021 e vide impegnati oltre 400 militari della Finanza e personale dell’Inps, della Polizia municipale e dell’Asl.