STEFANO DE BIASE
Cronaca

Omicron dà tregua alle classi in quarantena In 7 giorni 840 studenti escono dalla dad

Segnali positivi con il picco alle spalle: per la prima volta numeri in diminuzione dopo molte settimane. Resta il problema delle regole

di Stefano De Biase

PRATO

Il picco atteso dagli esperti è arrivato. Nelle ultime 24 ore i contagi sono scesi a 813, si tratta ancora di numeri abnormi e ben lontani da essere anche solo simili a quelli che hanno preceduto l’ultima ondata nel segno di Omicron. Ma qualche segnale positivo sta comunque arrivando anche dal mondo della scuola dove le classi in quarantena, nell’ultima settimana, sono sensibilmente diminuite rispetto alla precedente. Complici i vaccini che anche in età pediatrica stanno aumentando e il boom di contagi che nell’ultimo mese ha contribuito a immunizzare una larga fetta della popolazione anche infantile: rispetto a una settimana fa le classi in quarantena sono passate da 150 a 112 su un totale di 491 tra scuole dell’infanzia e primaria. Alle medie invece sono in dad 42 sezioni su un totale di 253.

Numeri comunque alti che però fanno ben sperare visto che, per la prima volta, dopo settimane sono in diminuzione. Nei nidi su 21 sezioni-bolla del Comune solo per due è scattata la quarantena, mentre la scorsa settimana erano sei le classi isolate. I numeri sono ottenuti dal bilancio delle mense scolastiche, che in una situazione di normalità ogni mattina 11.000 pasti. Secondo i dati forniti dal Comune ieri erano isolati 2460 alunni di materne ed elementari e circa 1000 delle medie. Rispetto alla settimana scorsa - solo per materne ed elementari - si tratta di 840 studenti in meno costretti alla dad e che quindi sono potuti tornare in classe dopo dieci giorni di didattica a distanza. Timidi segnali di ripresa, quindi, nonostante la variante Omicron abbia colpito particolarmente anche i bambini e gli adolescenti. Anche ieri il 30% dei nuovi positivi segnalati dalla Regione risultava avere meno di 20 anni: percentuali così alte finora non erano mai state raggiunte. Ancora però tutto questo non basta per allentare la pressione sul sistema scuola, mai andato così tanto in affanno come successo a partire dalla ripresa delle lezioni in presenza dopo la pausa natalizia. Per quanto motivo anche il presidente della Regione Eugenio Giani è tornato a chiedere una "semplificazione delle procedure burocratiche anti-Covid, il superamento delle fasce di colori per permettere il più ampio margine di mobilità ai vaccinati e la scuola in presenza" dopo aver raccolto gli appelli che sono arrivati nei giorni scorsi da Comune e Provincia.

"La libertà di movimento deve essere garantita alle persone che si sono vaccinate, a partire dai bambini di 5-11 anni - ha detto Giani nell’ultima riunione con il governo -. La richiesta di semplificazione vale, infatti, anche per la scuola. Non si può dire che la scuola deve essere in presenza e poi bastano due positivi per mandare tutta la classe in dad e non differenziare tra chi è contagiato e chi non lo è. La didattica a distanza dovrà essere riservata ai positivi e ai non vaccinati. Anche per la scuola servono regole chiare, per consentire ai dirigenti scolastici di lavorare al meglio e alle famiglie di non sentirsi disorientate".

Il problema principale è rappresentato dalle regole diverse applicate per elementari, medie e superiori invece che tra vaccinati e non. E se finora questa differenza non aveva rappresentato un vero ostacolo, adesso che Omicron macina contagi con numeri da record ogni giorno e la percentuale di vaccinati aumenta anche in età pediatrica, è quanto mai necessario fare un passo verso la semplificazione per rendere davvero la scuola in presenza una realtà e alleggerire le segreterie degli istituti in costante debito di ossigeno.