REDAZIONE PRATO

Morì cadendo dal tetto della ditta. Condannato responsabile dei lavori

Fulvio Piscitelli era salito sul carrello elevatore senza nessuna protezione. Due anni per omicidio colposo

I soccorsi a Piscitelli dopo la caduta

I soccorsi a Piscitelli dopo la caduta

Due anni, senza sospensione condizionale della pena, per la morte di Fulvio Piscitelli, 40 anni, che cadde dal lucernario del tetto del capannone nel quale lavorava. E’ la condanna di primo grado inflitta qualche giorno fa dal giudice Jacopo Santinelli al termine del processo nei confronti di Antonio Oliviero, titolare della ditta Nuova Ferrobox, che stava eseguendo alcuni lavori sul tetto del capannone. L’accusa era di omicidio colposo. Il giudice ha inoltre disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 50.000 euro per le parti civili, i genitori dell’operaio e la sorella, e il risarcimento da stabilire in sede civile non solo per i familiari ma anche per la fidanzata della vittima, assistita nel processo dall’avvocato Barbara Londi.

La tragedia si è consumata la mattina del 26 novembre 2020 in via Aniene a Montemurlo. Piscitelli, residente a San Paolo, era il caporeparto della Torcitura di Domaso. Quella maledetta mattina erano in corso alcuni lavori edili sul tetto del capannone per sistemare i pannelli della tettoia che erano stati spostati dal vento dei giorni precedenti. L’uomo era salito sul carrello elevatore di proprietà della Ferrobox che doveva occuparsi dei lavori. Era salito senza nessuna imbracatura, senza nessuna protezione. Dal carrello era salito sul tetto passando sopra un lucernario che si è rotto facendo cadere nel vuoto l’operaio. Un volo di otto metri che non gli ha lasciato scampo. Piscitelli è atterrato nel piazzale davanti alla ditta: la morte è stata immediata. I colleghi dettero subito l’allarme ma quando il medico arrivò con l’ambulanza non potè fare altro che constatare il decesso. Inizialmente furono indagate tre persone. Il processo si è concluso per Oliviero in quanto responsabile della ditta che doveva eseguire i lavori. La condanna di primo grado è arrivata quattro anni dopo la tragedia.

Laura Natoli