L’Italia è pronta sganciarsi dall’accordo della Via della Seta con la Cina, ma il grande Paese rappresenta ancora oggi per il tessile di lusso made in Italy e in particolare made in Prato un mercato di sbocco importantissimo. Anche se gli anni della pandemia da covid, la chiusura delle frontiere e delle piazze hanno fatto trovare il mercato orientale dai connotati un po’ modificati. Un nuovo mercato da conoscere, approcciare ed interpretare. E’ una delle prime impressioni che sono balzate agli occhi degli imprenditori del distretto pratese che stanno partecipando fino ad oggi alla 18esima edizione di Milano Unica Shanghai. La città ospita la partecipazione collettiva, organizzata da Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), di 44 eccellenze del tessile e degli accessori per il mercato di riferimento cinese, che risale al terzo posto nelle esportazioni con un +7,3%.
Delle 44 aziende del Belpaese, 7 sono pratesi: gli stand sono allestiti nel contesto della fiera Intertextile Apparel Fabrics, dedicata al settore tessile e accessori per abbigliamento.
"Si torna a Shanghai con Milano Unica dopo tre anni di assenza - racconta Maurizio Sarti (nella foto) della Faliero Sarti - E’ la prima fiera post covid. Il mercato è cambiato molto rispetto al precovid. Le conoscenze che avevamo sono quasi inutili. Bisogna capire com’è il nuovo mercato". Ma Sarti non guarda in negativo a questa trasformazione dell’assetto economico, anzi. "Si tratta di una sfida interessante dato che, nonostante il problema Evergrande, la nicchia dei brand cinesi di alto livello aumenta - riflette ancora - Al momento posso dire, con dati e numeri soltanto parziali, che l’affluenza è buona anche se inferiore al passato. Staremo a vedere a conclusione dei tre giorni di fiera". Insieme alla Faliero Sarti, troviamo anche il lanificio Fratelli Bacci, Cafissi, Fortex-Cotton lab-Knit-Taor, Leomaster, Manteco e Milior 1895. Gli stand sono distribuiti in un’area espositiva di 780 metri quadrati: tra i clienti tanti orientali e c’è chi ancora indossa la mascherina protettiva.
"Dopo tre anni finalmente questa edizione di Milano Unica a Shanghai vede la piena riapertura del mercato cinese ed assume quindi un segnale particolarmente importante di ripartenza per tutto il comparto. Milano Unica è una delle manifestazioni più significative della nostra industria tessile e rappresenta un appuntamento molto atteso dai consumatori cinesi sempre sensibili ai nuovi trend, alla qualità e all’innovazione del Made in Italy - ha avuto modo di sottolineare Augusto Di Giacinto, direttore Ice Agenzia Shanghai - Questa partecipazione così numerosa testimonia inoltre il grande interesse delle aziende italiane per le ottime opportunità di business offerte dal mercato cinese".
La Cina rappresenta ancora uno dei principali mercati di sbocco dell’export italiano per il settore. Dopo la Francia e la Germania e malgrado la contrazione di Hong Kong, la Cina guadagna la terza posizione nell’export dei tessuti Made in Italy, con una variazione positiva del 7,3%.
Sara Bessi