Medico in pensione dopo 44 anni: "All’inizio mi hanno aiutato i baffi"

Il saluto di Silvano Ferracani ai pazienti di Carmignano e Comeana: "Ero giovane, mi guardavano strano..."

Medico in pensione dopo 44 anni: "All’inizio mi hanno aiutato i baffi"

Medico in pensione dopo 44 anni: "All’inizio mi hanno aiutato i baffi"

"Un medico lo è per sempre". Così Silvano Ferracani inizia il racconto della sua carriera adesso che una parte, quella di medico di medicina generale, si sta per chiudere. Dal 1° aprile andrà in pensione e proseguirà l’attività in libera professione come cardiologo e angiologo. Nato a Carmignano il 12 aprile 1954, ha svolto la professione di medico di base per ben 44 anni diventando un punto di riferimento per tantissimi carmignanesi.

Ferracani è stato uno studente da record: ha frequentato il liceo scientifico al Convitto Cicognini e poi l’università a Firenze laureandosi ad appena 24 anni. "Amavo molto la fisica, la matematica e la biologia – racconta – ed ero indeciso fra ingegneria e medicina. Scelsi medicina e mi laureai con 110 e lode e 6 esami in più. Ho fatto il militare come ufficiale medico e oggi sono tenente colonnello della Croce Rossa. Ho conseguito la specializzazione in cardiologia arrivando 7° su 15, con 110 e lode".

Il lavoro di medico di base iniziò facendo una sostituzione: "L’abilitazione arrivò nel dicembre 1978 e per l’Epifania del 1979 feci la prima guardia medica con tanto entusiasmo. Il dottor La Marca mi disse che avrebbe proseguito il lavoro di dentista e così iniziai a sostituirlo, dopo mi convenzionai su Carmignano. La gente mi guardava in modo strano, perché ero un medico di appena 25 anni. All’epoca sembravo un ragazzino e mi feci crescere i baffi per sembrare più anziano e autorevole". Per Silvano Ferracani il ruolo di medico di famiglia si è completato con la specializzazione in cardiologia. Il dottore è stato poi sempre a servizio dell’Italia con l’impegno in Croce Rossa e come dirigente sanitario della Guardia di Finanza.

"Avrei studiato anche – aggiunge – la medicina dello sport ma la convenzione non lo permetteva più". I suoi ambulatori sono stati a Comeana e a Carmignano e nella sua carriera non sono mancati tanti congressi, la gestione delle missioni della Croce Rossa (ovvero la valutazione dei medici in partenza) e la direzione delle postazioni mobili avanzate nell’ambito di alcune iniziative dell’esercito.

Qual è stato il momento più difficile? "Il periodo del Covid sicuramente – risponde Ferracani – ricordo che nel febbraio 2020 ero a Bruxelles per la Nato e un virologo ci spiegò quali erano le previsioni. Al ritorno acquistai subito i dispositivi di protezione e qualcuno mi prendeva in giro... un mese dopo abbiamo affrontato la pandemia garantendo le visite, i tamponi e in seguito tutte le vaccinazioni. In 44 anni di servizio – conclude il medico – credo di aver fatto il massimo. Ringrazio i miei pazienti, sicuramente avrò scontentato qualcuno, ma ci sarò ancora perché amo questo lavoro". E non è tutto: Ferracani, in questa intensa carriera, è riuscito anche a coltivare le passioni per la pesca in mare e la caccia e dedicarsi alla famiglia.

M. Serena Quercioli