
Rita Pieri, consigliera di opposizione,. ha presentato un’interrogazione e una mozione condivisa con FdI in consiglio comunale
Rita Pieri, consigliera di opposizione, non ci sta e punta ancora una volta il dito contro "una scelta assurda quella della riorganizzazione del trasporto sociale. E’ politicamente, socialmente ed economicamente sbagliata in tutti i sensi. Eppure Prato vanta l’assunto che nessuno deve rimanere indietro. Ma a dire il vero a rimanere indietro, in questo caso, sono i soliti". Anzi per l’esponente del centrodestra "è ancora peggio perché si va a fare una scelta su un reddito non certamente da persone benestanti, ma si va a colpire quelle famiglie che hanno una casa, magari acquistata ed ampliata per renderla più ospitale per il parente disabile o anziano".
Pieri aveva già aperto un confronto su questo tema complesso e molto delicato che interessa circa 400 famiglie che vivono sul territorio della Società della Salute dell’area pratese. "Come ho avuto modo di scrivere nell’interrogazione e anche nella mozione condivisa con i consiglieri di Fratelli d’Italia la scelta di far pagare chi ha un Isee familiare pari o superiore ai 43mila euro è una scelta che non è ragionevole. Del resto – chiosa la consigliera –, non si può pensare di ridurre le liste d’attesa, togliendo il servizio alle famiglie. In fin dei conti, di questo si tratta se guardiamo bene alla manovra approvata dalla Società della Salute e dall’amministrazione comunale, prendendo come parametro la soglia dei 43mila euro".
L’esponente politica contesta il fatto che "quando l’assessore Malucchi e la direttrice della SdS Lorena Paganelli sono venuti in audizione in Commissione consiliare 5 hanno parlato di una eventuale compartecipazione economica. Ma di questa si è persa traccia, sebbene sia giusto che con i chiari di luna di oggi i servizi non siano del tutto gratuito se la famiglia o l’utente ha la possibilità di apportare il proprio contributo".
Inoltre la consigliera Pieri sostiene che ci sia un errore di fondo nella riorganizzazione del trasporto sociale: "Il regolamento di questo tipo di servizio cita chiaramente che ogni utente deve essere ’accompagnato’ da un progetto specifico – spiega – Ma in questo caso, affidandosi ad un trasporto privato dal costo che varia tra i 300 e i 400 euro al mese, queste persone non hanno più neppure diritto ad un progetto".
Infine, Pieri non approva la decisione di fare ricorso all’Isee del nucleo familiare per decidere i criteri di assegnazione gratuita del servizio. "Non capisco perché l’assessore si scandalizza quando dice che le famiglie non vogliono presentare l’Isee. Per il trasporto sociale l’Isee è personale e non legato al nucleo familiare. Credo che ci siano dei precedenti con ricorsi al Tar nella regione Marche per anticostituzionalità perché l’Isee deve essere presentato dal singolo fruitore del servizio".
Sa.Be.