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L’operazione non si fa Un rinvio dopo l’altro "Dieci giorni ricoverato senza l’intervento"

Carmine racconta l’odissea al Santo Stefano dopo una colica "Sono entrato in ospedale il 13 giugno, dopo aver atteso un po’ mi avevano anche fatto preparare. Ma alla fine è saltato tutto".

L’operazione non si fa Un rinvio dopo l’altro "Dieci giorni ricoverato senza l’intervento"

"Sono stato ricoverato una decina di giorni in ospedale senza alcun risultato, se non l’essere preparato per un intervento chirurgico e poi vederlo rimandato a chissà quando". L’ennesima odissea ’chirurgica’ all’ospedale Santo Stefano viene raccontata da Carmine, 78 anni, ricoverato d’urgenza per una colica causata dalla cistifellea il 13 giugno scorso. "Tre giorni prima ero già stato in pronto soccorso per un malore legato sempre allo stesso problema, ma poi ero stato rimandato a casa con la cura. Il 13 giugno sono tornato per una colica: dopo essere stato in pronto soccorso ed in Ama, il reparto che prende in carico i pazienti da quello di medicina d’urgenza – spiega Carmine – sono stato finalmente spostato in un reparto in attesa dell’operazione alla cistifellea. Ho aspettato l’intervento a lungo, perché l’operazione è stata rinviata di giorno in giorno. Sembrava che dovessi entrare subito in sala operatoria e invece...".

Carmine racconta che ci sono stati diversi rinvii "da mercoledì a giovedì poi fino a venerdì". Fino a che non arriva la comunicazione che gli avrebbe dovuto aprire le porte della sala operatoria del Santo Stefano.

"Finalmente il sabato mattina mi comunicano alle 8 che tocca a me – continua nel raccontare la sua odissea – Quindi mi viene fatto indossare l’apposito camice da chirurgia (sotto ovviamente tutto nudo) in attesa di essere portato via dal reparto. Purtroppo alle 11 si presenta in camera un dottore che mi annuncia che l’intervento è rinviato". A questo punto il paziente prova a capire che cosa ne sarà di lui e porge alcune domande al medico.

"Chiedo se l’operazione è stata rinviata al pomeriggio, ma la risposta è negativa perché ci sono altri interventi in programma. Domando se ci sarà una possibilità per la domenica, ovvero il giorno dopo. Anche in questo caso la risposta è negativa perché ’è tutto pieno’". Carmine tenta ancora chiedendo se ci sia posto per lunedì. E la risposta per il paziente già da diversi giorni ricoverato in ospedale è sconfortante: "Non lo sappiamo".

"A quel punto mi sono arrabbiato, ho chiesto di firmare e di tornare a casa, anche per non continuare ad occupare un posto letto inutilmente. In reparto sono stati tutti molto bravi, ma quello adottato non mi è sembrato un iter corretto – prosegue Carmine – Me ne sono tornato a casa dove sto seguendo una terapia ed una dieta in bianco. Nella visita medica a cui sono stato sottoposto nei giorni successivi poi mi è stato detto che sarò inserito in una lista d’attesa. Se ne riparlerà almeno tra tre mesi".

Un problema, quello del rinvio di giorno in giorno degli interventi chirurgici, che è stato sollevato pochi giorni fa da un’altra paziente che si era rivolta all’ospedale per la frattura di un gomito. In quel caso l’operazione non era stata eseguita nel giorno stabilito, secondo la spiegazione della direzione sanitaria ospedaliera, perché, oltre gli interventi programmati, era sopraggiunta un’emergenza.

Alle emergenze, che ovviamente non sono preventivabili, va aggiunto anche il fatto, forse, che sono iniziate le ferie estive per i dipendenti ospedalieri? Il personale è sufficiente a coprire i turni sia nei reparti che nelle sale?

Sara Bessi