La ‘Coronazione di spine’ attribuita a Michelangelo Merisi, il Caravaggio, è il diamante della collezione della Galleria degli Alberti. E il pezzo più pregiato tra quelli in vendita. Eppure la storia dell’attribuzione è travagliata e negli anni ha riunito pareri discordanti. Alessandro Zuccari, professore di Storia dell’arte moderna all’Università La Sapienza di Roma e uno dei più illustri esperti di Caravaggio, non ha dubbi: "Io non lo considero autografo. Ho visto varie volte quest’opera, per la prima volta nel 1985 nell’ambito della mostra Napoli-New York e mi sono via convinto che non sia autografo".
Professore, come è arrivato a questa conclusione?
"Il confronto ripetuto con autografi certi mi ha spinto a considerarlo quadro di grande interesse, ma quasi certamente si tratta di una replica di un dipinto realizzato per i principi di Casa Massimi dei quali ci sono riscontri documentali, ma che non corrisponde perfettamente alle altre opere del periodo. Siamo nel 1605...".
Può scendere nei dettagli?
"Il dipinto presenta imperfezioni: la figura di spalle in primo piano non ha quella forza plastica tipica del Caravaggio, appare piuttosto una figura fiacca. Lo stesso, le figure degli aguzzini. Di grande qualità è invece il Cristo: ha un dettaglio particolarmente originale ed è quella mano che sembra superare il confine del dipinto. Anche il volto è particolarmente espressivo, denota un’invenzione caravaggesca. La ritengo una riproduzione che sa mettere a fuoco la figura principale ed è di qualità inferiore nelle tre figure di contorno. Qualcuno ha anche pensato a un’opera a più mani proprio per questo salto qualitativo. Ritengo possa trattarsi di una replica di grande interesse, ma non convincente dal punto di vista stilistico".
L’opera è in vendita. Quale sarebbe il giusto valore, secondo lei?
"Mi auguro che la vendita non parta da stime esagerate, come invece avviene spesso arrivando a quotazioni spesso stratosferiche. È avvenuto ad esempio per la Giuditta di Tolosa, anch’essa non autografa, seppure di grande interesse".
La Coronazione è oggetto del vincolo che la lega a Palazzo degli Alberti...
"Non sapevo del vincolo. Se non può essere spostata, acquistarla finisce quasi per essere una donazione. Penso che in primo luogo c’è la necessità di risarcire tutti i creditori della banca, tuttavia va fatto nel modo più corretto. E trattandosi di un’opera di dubbia attribuzione, visto che non sono pochi gli esperti che la considerano una replica, mi auguro che la cifra sia congrua e non iperbolica".
È possibile azzardare questo numero a molti zeri?
"È molto difficile: non avendo un autore preciso di riferimento, è difficile arrivare a una definizione. L’ultima a confermare il dipinto come autografo del Caravaggio fu Mina Gregori, negli anni Settanta".
Lei era stato chiamato a valutare l’olio su muro del Caravaggio a Villa Ludovisi. Quanto lo valutò?
"310 milioni. È un unicum, il solo dipinto di Caravaggio su muro. Per la valutazione mi ero basato anche sulle cifre delle assicurazioni, che per il trasporto di un Caravaggio si aggirano sui 200 milioni di euro".
Ammettiamo che la Coronazione sia di Caravaggio. Che valore potrebbe avere?
"Tra i 100 e i 150 milioni".
Essendo le opere di Palazzo degli Alberti attualmente soggette a vincolo, l’asta potrebbe andare deserta?
"Certamente".
Maristella Carbonin