REDAZIONE PRATO

Lacrime per Vincenzo e Carmelo: "Sono esempi di generosità. Onoreremo la loro memoria"

Lo annuncia l’Avis che a livello regionale intende ricordare l’impegno di Martinelli e Corso come donatori di sangue. "Nonostante il lavoro, non mancavano mai di trovare il tempo per dedicarsi agli altri".

Claudia Firenze (Avis Toscana)

Claudia Firenze (Avis Toscana)

"Il nostro pensiero va a tutte le vittime dell’esplosione di Calenzano e alle loro famiglie, ai feriti e ai loro colleghi ancora sotto choc. Siamo attoniti ma vogliamo ricordare l’impegno per gli altri profuso da Carmelo Corso e Vincenzo Martinelli, donatori di sangue a Prato: come Avis cercheremo di onorare al meglio il loro ricordo".

A dirlo sono Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana, Marco Tofani, presidente Avis provinciale di Prato e Andrea Fusi, presidente di Avis comunale di

Prato, nel giorno del lutto regionale per l’esplosione al deposito Eni di Calenzano.

Infatti, sia Carmelo Corso, 57 anni a gennaio originario di Catania, che Vincenzo Martinelli, 51 anni originario di Napoli, che sono morti lunedì nella deflagrazione all’impianto Eni di Calenzano, condividevano oltre al lavoro di autotrasportatore anche un forte senso civico e di generosità, quali donatori di sangue. Carmelo Corso, proprio nell’ottobre scorso, è stato insignito per la sua dedizione e per il sue numerose donazioni effettuate (più di un centinaio) con un riconoscimento speciale, quale la benemerenza d’oro con rubino.

"Nonostante il lavoro li tenesse spesso lontano da casa – ricordano ancora da Avis – Carmelo e Vincenzo non mancavano mai di trovare il tempo per dedicarsi agli altri, donando il sangue. Carmelo e Vincenzo non si risparmiavano mai. Sono due esempi di impegno per gli altri che non devono essere dimenticati". La comunità di San Giorgio a Colonica, dove Carmelo Corso viveva insieme alla moglie Tamara e ai figli Dario ed Elena, si è stretta attorno alla famiglia. Una tragedia grandissima di fronte alla quale non ci sono parole, ma solo un grande abbraccio di solidarietà e vicinanza da parte di tutti.

Intanto numerosi messaggi continuano ad affollare le bacheche Facebook dei due autotrasportatori deceduti nello scoppio di lunedì scorso. Tutti è due erano arrivati a Prato tanti anni fa e tutti e due l’avevano scelta come loro città in cui vivere, lavorare e far crescere la propria famiglia.

"Non bastano le parole solo tanto dolore hai scioccato tutti noi tu che hai lasciato Napoli per intraprendere il tuo futuro, tu che hai costruito una famiglia, tu col tuo bel sorriso – scrive una cugina di Martinelli – Mi auguro solo che tu non abbia sofferto e che lassù in cielo c’era il tuo papà ad aspettarti per abbracciarti forte forte".

Tra gli amici del centro storico c’è la disperazione perché "Vincenzo spesso parlava dei rischi del suo mestiere che sapeva fare bene e per il quale era ben formato. Aveva tutte le patenti più importanti e avrebbe potuto trovare lavoro ovunque avesse voluto. E talvolta si lasciava andare in confidenze della pericolosità di quell’impianto. Diceva di aver fatto anche segnalazioni".

Sa. Be.