La storia infinita per il dissequestro. E il via libera arrivato quasi a sorpresa

Ci sono volute ben quattro richieste prima che la Corte d’Appello desse l’ok

La storia infinita per il dissequestro. E il via libera arrivato quasi a sorpresa

La storia infinita per il dissequestro. E il via libera arrivato quasi a sorpresa

Una storia lunga quasi 12 anni e quattro richieste di dissequestro presentate nel corso del tempo dal Comune e rigettate dai vari giudici che si sono alternati uno dopo l’altro, chiamati a decidere sulla sorte del sottopasso killer. La svolta è arrivata nel maggio del 2022 quando la Corte di Appello ha dato finalmente il via libera al Comune: il dissequestro condizionato all’esecuzione dei lavori e soprattutto alla realizzazione della cassa di espansione dell’ospedale che mette in sicurezza tutta la zona da possibili allagamenti. Decisiva fu la relazione che l’avvocatura del Comune fece preparare all’ingegnere David Malossi, progettista e direttore dei lavori della cassa di espansione. La risposta della Corte di Appello arrivò in appena 24 ore, quasi a sorpresa. Il progetto per la messa in sicurezza del sottopasso proposto ai giudici faceva leva sulla cassa di espansione da 18.000 metri cubi. L’opera serve a contenere i torrenti in caso di esondazione. Il progetto ha garantito un "tempo di ritorno dell’evento" di 200 anni come avevano chiesto gli ultimi giudici che si sono espressi sul dissequestro nel 2016.

Diversa la vicenda penale che ha visto sul banco degli imputati l’ex ingegnere del Comune Lorenzo Frasconi e l’ingegnere delle Ferrovie, Stefano Caldini, gli unici rimasti con il cerino in mano per la morte delle tre donne nel sottopasso. In primo grado furono condannati ma l’Appello li ha assolti con formula piena quando la prescrizione era oramai sopraggiunta.