REDAZIONE PRATO

La scomparsa di Denisa. La testimone terrorizzata ha lasciato l’Italia. Il nodo telecamere

Le immagini chieste dalla procura al Comune tardano ad arrivare. Tescaroli ha scritto a governatore, sindaco e prefetta per chiedere. un potenziamento della videosorveglianza. Il mistero dei due uomini.

Le immagini chieste dalla procura al Comune tardano ad arrivare. Tescaroli ha scritto a governatore, sindaco e prefetta per chiedere. un potenziamento della videosorveglianza. Il mistero dei due uomini.

Le immagini chieste dalla procura al Comune tardano ad arrivare. Tescaroli ha scritto a governatore, sindaco e prefetta per chiedere. un potenziamento della videosorveglianza. Il mistero dei due uomini.

Le indagini sulla sparizione di Denisa Maria Adas, la escort rumena di 30 anni sparita nella notte tra il 15 e il 16 maggio dal residence Ferrucci, sono ad un punto cruciale e delicato per gli investigatori, coordinati dal procuratore Luca Tescaroli, impegnati a risolvere un giallo partito un po’ in sordina, complice il fatto che si trattava di una maggiorenne, libera di decidere per un allontanamento volontario.

Il nodo videosorveglianza

Il punto delicato dell’indagine è un nodo che in parte anche gli occhi della videosorveglianza pubblica potrebbero aiutare a sciogliere. Ma quelle immagini, richieste al Comune di Prato, che detiene la gestione del sistema di videosorveglianza, con un provvedimento a firma del procuratore Tescaroli, tardano ad arrivare nelle mani degli inquirenti. Un provvedimento con il quale la Procura richiede l’acquisizione delle immagini per un arco temporale stabilito in cui si possano verificare spostamenti di mezzi e persone sospette che potrebbero, in qualche modo, avere a che fare con il rapimento della escort rumena. La tempestività nelle indagini è essenziale, ma al momento niente da fare. Il motivo? E’ un problema dovuto a quanto si è saputo di inidoneità del software nel fare duplicazioni delle immagini creando una sorta di cortocircuito. Le acquisizioni, a quanto sembra, da parte della Procura pratese avverrà per porzioni, unico modo per bypassare quei problemi di natura tecnica.

Il procuratore Tescaroli si è mobilitato al riguardo scrivendo una lettera al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e alla sindaca Ilaria Bugetti, e alla prefetta Michela La Iacona chiedendo collaborazione per potenziare il sistema di videosorveglianza, allargandola a Chinatown, via Pistoiese e via Filzi.

I problemi tecnici

Sono 220 le telecamere su tutto il territorio, controllate da 5 server, in gestione al Comune di Prato. Come fanno sapere dal municipio, mercoledì 21 maggio la Procura ha richiesto le immagini di tutto il sistema cittadino, pari a circa 200 tera byte di dimensioni. La velocità di trasferimento delle immagini dai server alla memoria esterna della Procura è di un giga byte al secondo. La mole di materiale richiesta – ritenuta dalla software house "fuori dall’ordinario" – e un sistema informatico che ormai ha qualche anno, hanno comportato dei problemi tecnici che la software house sta risolvendo. Entro la fine della prossima settimana o l’inizio della successiva i tecnici saranno in grado di consegnare il materiale, lavorando per step, un server alla volta, in modo da permettere alla procura di cominciare a visionare le immagini quanto prima possibile.

La testimone all’estero

L’amica di Denisa, ritenuta testimone "attendibile" dalla Procura, e che ha messo in moto la pista del rapimento della escort romana per mano di una banda di romeni della Capitale, ha lasciato l’Italia, terrorizzata per l’accaduto. La ragazza ha riferito agli inquirenti di aver raccolto le confidenze della mamma della donna il giorno successivo alla scomparsa e avrebbe spiegato che, secondo la madre, Denisa sarebbe stata rapita da un gruppo di romeni che l’avrebbero picchiata e seviziata e tolto i denti. La ragazza ha aggiunto che potrebbe essere stato un avvocato amico della mamma di Denisa, che avrebbe fatto da intermediario fra la mamma e la banda di romeni, a ordinare il rapimento perché invaghito della 30enne. La madre, Maria Cristina Paun ha taciuto di fronte agli investigatori questa versione dei fatti e così è stata indagata per false comunicazioni ai pm.

A finire nel registro degli indagati con l’ipotesi di sequestro di persona anche il legale di Milano, originario di Reggio Calabria: a Marco Crocitta, amico di Maria Cristina Puan, è stato notificato un avviso di garanzia in

"concorso con altri". Un passaggio tecnico che consente alla procura di svolgere le perizie specifiche - dna e impronte digitali - sulle tracce e le impronte trovate nella camera del residence dove aveva preso alloggio la 30enne e nell’auto della donna, abbandonata a Prato con dentro i documenti di identità e il passaporto.

Il giallo dei due uomini

Nell’ultima conversazione avuta con Ia mamma, poche ora prima della scomparsa, Denisa avrebbe detto di aver visto due uomini che l’avevano osservata e seguita fino all’ingresso del residence di via Ferrucci. Lo ha detto la mamma della ragazza, Maria Cristina Paun. Marianna De Simone, l’avvocato che assiste la donna, spiega che "la madre ha rappresentato che la figlia aveva espresso appunto la sua preoccupazione legata alla presenza di questi due uomini. Ha detto che avevano attorno ai 40 anni". Un altro elemento in una storia molto complicata, con una ragazza di cui non si hanno notizie ormai da due settimane.

Sara Bessi