
Per altri 10 giorni consiglieri comunali e assessori hanno la possibilità di lavorare per evitare la paralisi istituzionale. Decadono anche i rappresentanti in Provincia.
Dal 10 luglio Prato sarà ufficialmente nelle mani del commissario prefettizio. Le dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, protocollate il 20 giugno, diventeranno definitive proprio quel giorno, aprendo un inedito scenario per la politica cittadina. A 80 anni dalla liberazione, la città si trova per la prima volta senza un’amministrazione eletta e si prepara a vivere un lungo periodo di transizione istituzionale.
Con la decadenza della sindaca, decadono automaticamente anche la giunta e il consiglio comunale, che resteranno comunque in carica fino al 10 luglio. Fino ad allora, gli assessori e i consiglieri potranno continuare a svolgere funzioni amministrative limitate. Una finestra utile, ad esempio, per approvare atti urgenti o per portare avanti dossier già avviati, cosa che da più parti viene auspicata per non lasciare l’amministrazione nella totale immobilità.
Dal giorno successivo la scena sarà tutta nelle mani del commissario, nominato dal Prefetto, che avrà pieni poteri: potrà adottare delibere, gestire il bilancio, e perfino decidere su nomine, come quella del cerimoniere per l’8 settembre, giorno in cui Prato celebra la sua festa più sentita. Starà quindi al commissario stabilire se confermare alcuni degli incarichi affidati dalla sindaca Bugetti. Il terremoto politico del Palazzo comuanle si riflette anche sul piano provinciale. La decadenza del consiglio comunale comporta infatti automaticamente anche quella dei consiglieri provinciali eletti in rappresentanza del Comune di Prato: si tratta di Paola Tassi ed Edoardo Carli per il Pd, e Tommaso Cocci per Fratelli d’Italia. La surroga avverrà secondo le preferenze ottenute in sede di elezione, ma il meccanismo non è semplice: se per Tassi e Carli esistono sostituti con almeno un voto, per Fratelli d’Italia la situazione si complica, perché i consiglieri rimasti avevano riportato zero preferenze. A quel punto si aprono due possibilità: seguire il criterio dell’anzianità anagrafica, come avvenuto in altre circostanze analoghe, oppure ricorrere all’ordine alfabetico. Una decisione che sarà presa nel consiglio provinciale convocato per il 3 luglio, in cui sarà formalizzata la decadenza e si procederà alla designazione dei nuovi rappresentanti.
Intanto, l’orizzonte elettorale si allontana. L’ipotesi di un voto anticipato in autunno, che avrebbe potuto accorpare le amministrative pratesi con le elezioni regionali toscane, ha perso consistenza. L’idea di tornare alle urne già a novembre si fa sempre più remota, e prende invece piede l’opzione di un ritorno al voto nella primavera del 2026, molto probabilmente a maggio. Un rinvio che lascia la città senza un governo politico per quasi un anno, e che apre una lunga fase di campagna elettorale permanente.
Il Pd, colpito nel suo cuore amministrativo, sarà chiamato a ricostruire credibilità e fiducia. Il centrodestra, cercherà di sfruttare il momento per rafforzare la propria presenza e puntare con decisione alla conquista di Palazzo comunale. Si apre dunque una fase nuova, di incertezza e di attese, con un commissario a guidare la macchina amministrativa e una città in cerca di risposte politiche e istituzionali.
Silvia Bini