
Ivana Acciaioli
di MONICA BIANCONI
«QUELLA che sta nascendo è una guerra tra valori costituzionalmente rilevanti: il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Schierarsi su un fronte con troppa facilità lascia intendere che non si sia capito la portata del problema».
QUESTE LE PAROLE del comitato ambientale di Casale in relazione alla questione dell’insediamento del sito della frantumazione di inerti della Varvarito Lavori che sarebbe ancora in attesa dell’autorizzazione per lavorare nell’area di San Giorgio a Colonica, a seguito della scadenza della proroga concessa all’azienda.
«IL TITOLARE dell’azienda Franco Varvarito - continua il documento del comitato - mette subito sul tavolo la cassa integrazione di trenta dipendenti, che hanno chiesto un incontro, subito concesso, con il sindaco. Biffoni, dal canto suo, ribadisce che nessuno prima di lui ha mai preso a cuore la situazione di un’azienda che ha centoventi dipendenti. Tutto giusto. Se non fosse che da sempre la Varvarito Lavori srl (azienda fiorentina) lavora sul territorio pratese con autorizzazioni provvisorie, scadute e sempre rinnovate».
«NEGLI ULTIMI anni – precisa il comitato - strumentalizzando il rischio di disoccupazione per i propri operai, ha cercato di accelerare la scelta del Comune di un sito di suo gradimento dedicato alla frantumazione dei rifiuti inerti da ricercare nelle ormai rare aree agricole della provincia di Prato. I cittadini di San Giorgio hanno giustamente dichiarato che non accetteranno un giorno in più la permanenza della società Varvarito su quel terreno agricolo».
«DA MESI – prosegue la nota – i cittadini di Casale e dintorni gridano allo scandalo per il progetto del Comune di Prato di utilizzare una delle ultime zone verdi rimaste a Prato Sud, quella del Casello Prato Ovest, per collocarvi il futuro impianto di frantumazione dei rifiuti inerti».
«HANNO prodotto pagine e pagine di osservazioni alla Variante Urbanistica. Hanno portato la questione all’attenzione anche della procura della Repubblica. Se proprio questa azienda fiorentina deve risiedere a Prato – si conclude il documento dei rapprsentanti del comitato ambientale di Casale – , perché le aree disponibili nella zona industriale non sono prese in considerazione?».