REDAZIONE PRATO

Inferno e morti al poligono di tiro. Indagati presidente e consiglieri. L’innesco partito dalle polveri

La gara qualche giorno prima della tragedia e il deposito fuori dal normale della polvere da sparo. La perizia sarà depositata a giorni. Nell’incendio sono morti Gabriele Paoli e Alessio Lascialfari . .

I pompieri davanti al poligono di tiro. il giorno del tragico rogo costato la vita a due persone (foto Attalmi)

I pompieri davanti al poligono di tiro. il giorno del tragico rogo costato la vita a due persone (foto Attalmi)

Sono sei gli indagati per la morte di Gabriele Paoli, 67 anni, istruttore di tiro, e di Alessio Lascialfari, 65 anni, appassionato di tiro dinamico, rimasti uccisi nel rogo scoppiato il pomeriggio del 26 luglio scorso all’interno del tiro a segno in via San Martino per Galceti. Nel terribile incendio è rimasto gravemente ferito l’istruttore di tiro Leandro De Simone, 46 anni.

Le sei persone iscritte nel registro degli indagati (l’iscrizione è un atto dovuto da parte della procura per consentire a tutte le parti di partecipare agli accertamenti tecnici) fanno tutte parte del consiglio direttivo dell’associazione "Tiro a segno nazionale" che gestisce l’edificio, di proprietà del Demanio, andato a fuoco e sono: Gianluca Ciolini, presidente, Danilo Becchia, vicepresidente e i membri del direttivo Fabio Poggini, Alessandro Santini, Gabriele Zuccaro e Aurelio Bottari. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, incendio e lesioni.

La procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, ha affidato le indagini al Nucleo investigativo dei carabinieri. Il fascicolo è affidato al pm Vincenzo Nitti. La procura ha nominato un esplosivista esperto in chimica come consulente tecnico: l’obiettivo è capire che cosa abbia scatenato l’incendio che ha ucciso i due pratesi. La perizia balistica sarà consegnata a giorni e sarà fondamentale per chiarire cosa è davvero successo quel maledetto pomeriggio del 26 luglio quando, poco prima delle 17, le fiamme hanno divorato il poligono, uccidento Paoli e Lascialfari, e si sono poi propagate anche all’esterno.

Secondo le prime indiscrezioni sulla perizia, sembra che l’esplosione sia stata causata dall’eccessivo accumulo di polveri da sparo che si era depositata sulla linea di tiro. Nei giorni precedenti si era tenuta una gara nazionale. E’ plausibile che l’accumulo di polveri di sparo sia stato notevole e la bonifica fatta il giorno della tragedia – utile a ripulire l’area dai residui di polvere da sparo, altamente infiammabili – non sia risultata sufficiente.

Secondo quanto appurato, quando è scoppiato l’incendio, all’interno della linea di tiro c’erano cinque persone Paoli, Lascialfari, De Simone e altri due frequentatori del poligono che stavano sparando, oltre ad altre tre persone che si trovavano nella zona degli uffici e che sono riuscite a mettersi in salvo.

La parola fine spetta ovviamente alla perizia. Agli accertamenti tecnici disposti dalla procura hanno partecipato tutti gli indagati. Nessuna conclusione però sarà presa, anche per quanto riguarda la posizione degli indagati, prima che la perizia venga depositata.

Le famiglie delle vittime (quella di Paoli è assistita dall’avvocato Enrico Guarducci e quella di Lascialfari dagli avvocati Marco Princi ed Eliseo Alimena) chiedono di sapere cosa è successo quel tragico giorno.

Laura NatoliMaristella Carbonin