Prato, 30 luglio 2024 – Non era autorizzato a stare sulle linee di tiro in quanto non era socio dell’associazione Tsn Prato che gestisce il poligono di via di Galceti. E’ quanto emerge dalle indagini della procura di Prato – affidate ai carabinieri – che sta accertando che cosa è accaduto venerdì pomeriggio all’interno del poligono di tiro di via di Galceti (e al parco circostante) quando è scoppiato un furioso incendio nel quale hanno perso la vita Gabriele Paoli, 67 anni, direttore di tiro esperto della struttura, e Alessio Lascialfari, 65 anni. Proprio quest’ultimo non sarebbe dovuto stare all’interno della struttura in quanto l’ingresso sarebbe riservato ai soli soci. Lascialfari era appassionato di tiro dinamico, che praticava presso il poligono delle Croci di Calenzano.
Paoli, invece, era la persona preposta alla sicurezza, colui che deve vigilare che tutto si svolga in maniera corretta durante le sessioni di tiro e di allenamento. Altre a loto nella zona di tiro dei 50 metri c’erano almeno altre tre persone, un istruttore, 46 anni, rimasto ferito gravemente e ricoverato al centro grandi ustionati di Cisanello a Pisa, e due soci che sono riusciti a mettersi in salvo uscendo dall’area interessata dal fuoco. La procura ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio colposo e incendio. Se ci siano già indagati non è stato chiarito.
Le indagini si stanno concentrando sulla causa che ha scatenato l’incendio è ancora tutto accertare. La procura ha infatti nominato un consulente tecnico che è già al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente. Il primo sopralluogo è stato effettuato sabato mattina. Sono state fissate, invece, per giovedì le autopsie sui corpi di Paoli e Lascialfari in modo da stabilire le cause del decesso. E’ possibile che siano stati investiti dal fuoco oppure che abbiano perso conoscenza a causa dei fumi che si sono sviluppati velocemente, come hanno riferito i presenti. La risposta potrà arrivare solo dai risultati dell’esame autoptico. In queste ore la procura sta ascoltando i testimoni della tragedia e tutte le persone che erano all’interno del poligono quel maledetto pomeriggio di venerdì.
Quello che è certo al momento è che la "fiammata" di cui parlano i testimoni si sia scatenata proprio dalla linea di tiro, intorno alle postazioni 4 e 5. La "vampata di calore" di cui hanno riferito i presenti al momento dell’innesco del rogo, invece che andare in direzione della parte aperta del poligono è tornata indietro verso le linee di tiro travolgendo Paoli, Lascialfari e l’istruttore rimasto ferito. L’uomo potrebbe risultare molto utile alle indagini. Sarà ascoltato quando le sue condizioni di salute miglioreranno.
Accertamenti saranno fatti anche sulla bonifica che, come riferito dal presidente del poligono Gianluca Ciolini nell’immediatezza della tragedia, era stata effettuata quella stessa mattina. La bonifica deve essere eseguita periodicamente, con l’ausilio di aspiratori, in modo da eliminare i residui di polvere da sparo che sono altamente infiammabili.
Laura Natoli