
Roberto Caverni è stato assessore comunale alle Attività produttive dal 1009 al 2014 con l
Prato, 27 settembre 2019 - «Non ricordo quello che ho detto, ero in stato confusionale e imbottito di medicine a causa dell’operazione del giorno prima». E’ tranquillo Roberto Caverni, ex assessore alle attività produttive di Prato dal 2009 al 2014, dopo aver saputo dell’indagine a suo carico in seguito al brutto episodio avvenuto mentre si trovava ricoverato al Santo Stefano. «Non so ancora cosa mi si contesta di preciso – aggiunge – leggerò l’avviso di garanzia e farò le valutazioni necessarie insieme al mio avvocato».
Caverni si ricorda bene la discussione avuta con il medico mentre era ricoverato. «Ammetto che gridavo parecchio, ma per il dolore insopportabile. E’ stato un brutto momento, è probabile che a qualcuno abbiano dato noia le mie urla. Non so cosa farci, mi difenderò di fronte al giudice». L’ex assessore racconta di non aver passato un momento facile. Sapeva quello a cui andava incontro e che cosa aveva. Aveva necessità di un intervento chirurgico immediato e, sicuramente, era in uno stato confusionale. «Era sotto anestesia dal giorno precedente – continua – mi lamentavo per forti dolori e per il fatto che mi trovassi in un reparto, quello di chirurgia, dove c’erano persone operate con patologia completamente diverse. L’ho sempre detto, fin da quando ero consigliere regionale, che questi ospedali non avrebbero funzionato e adesso ne ho avuto la riprova mio malgrado. Lo specialista per ciascuna patologia passa una volta al giorno e nessuno ti considera. Ricordo di aver avuto il diverbio con questo medico non perché era straniero. Non mi è piaciuto l’atteggiamento tenuto, il fatto che si mettesse a discutere con un paziente. In quel momento ero io in una condizione di inferiorità non lui».
Fatto sta che Caverni ha preteso che a medicarlo fosse un altro dottore. L’ex esponente di Forza Italia si è rivolto anche a Fabio Baldi, presidente del tribunale dei diritti del malato, spiegando di essere stato trattato male dal medico. «Non ne ho fatto più nulla perché Baldi mi spiegò che ero stato comunque medicato – dice ancora – Di questa vicenda farò un vessillo e spero di poterlo dire di fronte a un giudice. Quando ero consigliere regionale ero fortemente contrario a questi ‘ospedalini’ e ho sempre sostenuto che sarebbe più giusto essere curati da persone che hanno la nostra stessa sensibilità e sanno mettersi nei panni di una persona malata».
L.N.