REDAZIONE PRATO

In classe assonnati e troppe volte in ritardo "I ragazzi non sanno più gestire la routine"

Dopo mesi di pandemia e dad i ragazzi hanno perso l’abitudine ad organizzarsi. Gli esperti oltre un anno fa avevano lanciato l’allarme

Sveglia alle 6.30 come non succedeva da un po’. La tentazione di restare sotto le coperte è forte e talvolta vince sulle responsabilità degli studenti. È l’effetto a catena della pandemia che si trascina nei mesi successivi all’emergenza più nera. Gli esperti lo avevano annunciato e le previsioni fatte più di un anno fa non hanno tardato ad avverarsi. E così a un mese dalla ripartenza della scuola in presenza, alle superiori e in particolar modo negli istituti professionali le fragilità dei giovani vengono fuori in maniera prepotente nei ritardi della mattina, nelle richieste di alzarsi durante le lezioni, con assenze più numerose di quelle che sarebbero state prima di conoscere il Covid. Preparare lo zaino e organizzare gli orari, decidere quando alzarsi al mattino e quando addormetarsi la sera per non sentirsi troppo stanchi il giorno dopo in classe. Andare a scuola non significa solo imparare di nozioni, ma è anche organizzazione. Gli esperti li chiamano "esercizi inconsapevoli di pianificazione personale": tutti meccanismi che sono venuti a mancare agli studenti nei lunghi mesi del lockdown e che adesso mostrano i propri effetti sulla quodianità. Ben venga la scuola in presenza non solo per restituire socialità ai ragazzi, ma anche per metterli di nuovo alla prova e di fronte alle proprie responsabilità. "Ci sono ragazzi che fanno maggiormente fatica, sono come disabituati a venire a scuola", conferma Paolo Cipriani preside del Marconi. "Abbiamo molti ingressi in ritardo tanto che in alcuni casi sono stato coestretto ad avvertire le famiglie. Per gli studenti che già avevano difficoltà, i problemi adesso si sono amplificati: l’anno scorso con la dad si alzavano all’ultimo minuto, accendevano il computer ed erano pronti, adesso invece devono alzarsi presto, preparsi, prendere l’autobus. Un impegno al quale non sono più abituati". Cirpiani guida l’istituto professionale di via Galcianese, prima di fare il dirigente è stato per 30 anni professore. I ragazzi li conosce bene: "Dobbiamo insistere e dare loro tempo e fiducia, il Covid che li ha costretti a casa per quasi due anni ha portato via ai ragazzi davvero tanto della crescita".

Silvia Bini