
Lo stato del cantiere del futuro Stadio dell’Acqua a Iolo
Prato, 5 agosto 2025 – Ci sono gli operai ad effettuare le indagini geologiche, propedeutiche all’ultima fase della progettazione. Ci sono gli scavi in corso ed osservando la terra smossa, si riesce anche ad immaginare lo spazio nel quale sorgerà la nuova vasca nella quale dovranno nuotare e crescere (nella più rosea delle ipotesi) i nuovi Andrea Righi, Gioele Origlia e Francesco Moroni. Quel che manca, in prospettiva, è il tempo: meno di dieci mesi per completare i lavori e procedere alla rendicontazione. Si presentava così, lo scorso mercoledì, il cantiere di quello che sarà lo “Stadio dell’Acqua”, ossia il nuovo maxi-impianto del nuoto a Iolo che nelle intenzioni dell’ormai ex-amministrazione dovrebbe proiettare Prato nel gotha del nuoto nazionale.

Entro un mese dovrebbero concludersi le indagini, per arrivare così all’ultimo “step” dell’approvazione del progetto esecutivo (trattandosi di un appalto integrato). Il Comune ha confermato che l’impresa attiva in questi giorni si sta occupando dei rilievi geologici e delle indagini archeologiche, ma che sono stati già presi i contatti per la realizzazione dei sottoservizi in modo da ottimizzare i tempi. Sono stati effettuati nel frattempo gli scavi e sono state completate le verifiche belliche e l’ente fa sapere che l’obbietivo è quello di aprire il cantiere (passando quindi alla fase di costruzione) nel corso del prossimo autunno. A livello progettuale, è prevista la formazione di un complesso natatorio, comprendente vasca da 25 metri ed una vasca olimpionica da 50 da costruzione, “mediante il potenziamento della piscina esistente”. Un’operazione da 16 milioni di euro complessivi, 6.500.000 dei quali provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ed è proprio quest’ultimo finanziamento, che lega l’effettivo utilizzo dello stesso al completamento ed alla rendicontazione dell’opera entro il secondo semestre del 2026, a rappresentare lo scoglio maggiore. Il Comune conta di velocizzare i tempi puntando sul fatto che il nuovo impianto sarà formato soprattutto da blocchi prefabbricati, e ciò rappresenta un vantaggio.
Ma non è da escludere, considerando le problematiche e i ritardi evidenziati da numerosi cantieri Pnrr in tutta Italia, che si possa arrivare a una dilazione dei tempi: è anzi una delle ipotesi più auspicate. Ma si tratterà in ogni caso di una partita che si giocherà a Roma, se non direttamente a Bruxelles (con tutto ciò che ne consegue, nel bene e nel male). Mentre l’iter prosegue, potrebbe più avanti profilarsi un dibattito sulla scelta del nome del nuovo impianto: dopo la scomparsa di Alessandro Castagnoli, lo scorso agosto, il mondo del nuoto cittadino guarderebbe con favore all’intitolazione della nuova struttura allo “storico” tecnico del nuoto pratese, capace di far crescere generazioni di nuotatori e nuotatrici e di portarne alcuni a livello di eccellenza assoluta sul piano nazionale ed internazionale. Manca ancora una proposta formale, ma i dirigenti di Futura ed Azzurra, interrogate su quest’eventualità, si erano detti più che favorevoli all’idea e hanno espresso pubblicamente il loro pensiero. Il delegato del Coni Massimo Taiti e lo Jolo metterebbero però sul piatto un’altra candidatura: quella di Carlo Coveri, ex-presidente del club calcistico scomparso nel 2020.
Ma quello sarebbe già un passo avanti: la priorità resta quello di rispettare i tempi di conclusione di un’opera. Si tratta infatti di un impianto da cui, senza timore di peccare di enfasi, dipenderà il futuro del movimento sportivo pratese: con una struttura del genere pronta in tempi brevi, nuoto, pallanuoto e sincro potrebbero fare quel passo avanti qualitativo in chiave nazionale che sin qui è riuscito periodicamente solo grazie ai singoli. Ci sarebbe, cosa non secondaria, la possibilità di trattenere i migliori: i “futuri” Gianmarco Sansone e Lucrezia Domina non avrebbero bisogno di trasferirsi altrove per competere ai massimi livelli. Vincere questa corsa contro il tempo, insomma, è fondamentale per innumerevoli motivi.