di Sara Bessi
PRATO
Nonostante il dolore e la vergogna, hanno avuto il coraggio di rivolgersi alla polizia postale di Firenze per denunciare la persona a loro più cara: per lei il marito, per lui il padre. Smascherando in questo modo un’attività di drammatico squallore. E adesso, in queste ore, in quella famiglia si confrontano sentimenti opposti e in irreparabile collisione. Perché il giudice, dopo l’arresto in flagranza dell’uomo, un insegnante sessantenne, al termine dell’udienza di convalida ha deciso di scarcerarlo e di rimandarlo a casa, in quella abitazione dove abitano anche moglie e figlio. Proprio loro che lo hanno denunciato.
Il giudice ha evitato all’indagato anche gli arresti domiciliari, vietando però al docente di proseguire la propria attività nella scuola dove insegna educazione fisica a bambini e ragazzi dai 10 ai 14 anni. Più o meno la fascia d’età delle ragazzine che, stando alle indagini, sarebbero state oggetto delle sue attenzioni illecite, ritratte in immagini pornografiche conservate in un’apposita cartella elettronica sul computer di casa. Il figlio e la moglie del professore qualche giorno fa hanno deciso di mettere fine a una situazione scoperta per caso fra le mura domestiche, che li ha traumatizzati al punto da spingerli a compiere il doloroso passo e a presentare denuncia contro il loro familiare, un uomo 60 anni, residente in provincia di Prato, insegnante di educazione fisica in una scuola media del Pistoiese. L’uomo, arrestato in flagranza nel fine settimana dagli agenti della polizia postale di Firenze, è accusato di detenzione di materiale pedopornografico, qualche centinaio di immagini di bambine e minori fra i 10 e i 14 anni che aveva scaricato sul proprio computer. I poliziotti informatici, a seguito della denuncia, hanno avviato le indagini con accurati accertamenti e hanno eseguito un controllo sul pc dell’insegnante, ponendolo sotto sequestro. Per il sessantenne sono scattate le manette. Ad accorgersi che l’uomo aveva atteggiamenti sospetti quando si trovava di fronte al computer era stato il figlio, che così ha voluto vederci chiaro. E da qui all’inizio dell’incubo per la famiglia, fino ad allora ignara delle frequentazioni in internet dell’uomo, il passo è stato breve. L’intervento degli investigatori della Polposta è stato rapidissimo: nel giro di pochi giorni, dopo la denuncia, sono entrati in azione fino all’arresto in flagranza dell’uomo. Nella giornata di ieri il docente, dopo due giorni trascorsi alla Dogaia, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, per l’udienza di convalida dell’arresto. Il pubblico ministero Laura Canovai ha chiesto la custodia cautelare in carcere. E ha inoltrato la richiesta della trasmissione degli atti alla procura distrettuale di Firenze, competente in reati riguardanti la pedopornografia.
Il gip Scarlatti ha però deciso di rimettere in libertà il sessantenne, non accogliendo la richiesta della procura. Il gip ha comunque stabilito di applicare una misura alternativa alla detenzione in carcere, che consiste nella sospensione del docente dall’attività didattica per scongiurare la possibilità di vicinanza con minori e studenti giovanissimi. Così il professore ha potuto fare rientro nella sua abitazione.