"Il mio Diabolik, un cattivo senza tempo"

Andrea Agati cura un’attesa ristampa del fumetto-cult. "La mappa di Clerville l’ho ricreata ispirandomi al nostro territorio"

di Luca Boldrini

Sembra incredibile che siano passati quasi sessant’anni dalla creazione di un personaggio entrato nell’iconografia pop dell’Italia contemporanea. Chiunque riconosce Diabolik al primo sguardo. E oggi c’è chi – cresciuto con quel fumetto – si ritrova a curarne una veste particolare che arriva in edicola da martedì, edito da Astorina, diversa da quella attuale, con la riproposizione delle avventure del personaggio nelle stessa versione pubblicata 58 anni fa dalle sorelle Giussani. E’ il pratese Andrea Agati, che come esperto e storico del personaggio ha curato personalmente l’opera insieme al direttore di Astorina, Mario Gomboli.

Agati, qual è il suo legame con Diabolik?

"Io ci sono cresciuto insieme: ho 56 anni, sono un suo coetaneo. Ho imparato a leggere con Diabolik, in casa mia c’è sempre stato. E’ una passione che poi con il tempo ha portato anche a una collaborazione professionale ed è una grande soddisfazione per me. Nel corso degli anni ho scritto molti volumi al riguardo".

Ma è vero che in un certo senso lei ha portato Diabolik a Prato?

"Ho ricreato la cartina di Clerville (lo Stato immaginario inventato dalle sorelle Giussani, ndr) ispirandomi in effetti alla nostra area metropolitana, in particolare all’area Prato-Pistoia, si prestava molto bene. C’erano gli elementi che servivano... E comunque Diabolik a Prato c’è stato, agli inizi degli anni Ottanta: ricordo una grande mostra che fu allestita all’epoca in centro storico".

Come mai Diabolik è riuscito, come pochi altri fumetti, a diventare un oggetto di culto?

"Perché fu uno specchio dei tempi. E perché Diabolik si è adattato sempre al suo periodo storico. Questa cura maniacale dei dettagli, dalle automobili all’arredamento, insieme ad altre coincidenze fortunate l’hanno reso un personaggio immortale, riconoscibile anche da chi non ha mai letto un solo albo a fumetti".

Come è nata l’idea di questa ristampa?

"Uscirà a partire dal 5 gennaio, 52 albi in 51 uscite perché nella prima uscita ci saranno due albi, pubblicata da Rcs. Erano anni che il progetto era in cantiere ma si trattava anche di un’idea complessa e ci voleva il momento giusto per realizzarla. La novità è si potranno vedere gli albi degli inizi così come si presentavano nella loro veste originale, i disegni e i testi sono gli stessi mentre in passato le varie ristampe hanno apportato dei ritocchi".

A parte Diabolik quali sono le sue letture a fumetti preferite?

"Leggo molto in generale, specialmente tutto quello che riguarda gli anni Sessanta; penso anche agli epigoni di Diabolik, ne ha avuti molti perché quello fu il primo fumetto dove il vincente è il cattivo. Fra le mie letture devo citare anche Dylan Dog".

Lei è molto legato alla sua città.

"Sono di Grignano e anche cafaggese d’adozione perché i miei amici sono lì. Ho studiato al Gramsci, ma il geometra l’ho fatto per poco. Poi mi sono dedicato all’azienda di famiglia, nel settore dell’abbigliamento sportivo. E sono, o dovrei dire ero, un grande tifoso dell’Ac Prato, in attesa di tempi migliori...".

Si ricorda quando in città veniva fatta la mostra del fumetto?

"Certo, all’epoca ero un ragazzino, ma non ho mai perso una edizione. Ricordo molto bene le prime edizioni al Metastasio, poi a Pratilia e infine al Prato City. Le dirò, sul fronte del vintage, del fumetto d’epoca, era uno degli appuntamenti migliori che ci fossero in giro, dopo Lucca e Reggio Emilia. Sarebbe molto bello se si riuscisse a organizzare di nuovo un evento simile nella nostra città, speriamo prima o poi di riuscire a rivedere un evento all’altezza di quelli di tanti anni fa".