Prato, 19 dicembre 2023 – Sarà sottoposto a perizia psichiatrica Emiliano Laurini, ex culturista e buttafuori di 41 anni, originario di Scandicci, che nel febbraio scorso ha ingaggiato due ragazzini per far pestare a sangue l’ex, Martina Mucci, cameriera di 29 anni di Prato.
E’ cominciato ieri in tribunale a Prato il processo a carico del mandante del violento pestaggio, Laurini appunto, di uno degli esecutori materiali, Kevin Mingoia, 19 anni, e del presunto intermediario, Mattia Schininà, 21 anni. Le accuse sono pesanti: sfregio permanente al volto, lesioni aggravate e rapina aggravata.
L’agguato a Martina Mucci risale al 21 febbraio scorso quando la cameriera, tornando a casa dal lavoro alle 2 di notte, è stata spinta da due balordi – poi risultati Mingoia e un sedicenne – dentro al portone di casa e picchiata a sangue. Nell’aggressione la donna ha riportato la frattura del naso e la rottura dei denti, una profonda ferita in mezzo agli occhi inflitta con due rasoi usati per tagliarle cuoio capelluto. Grazie alla denuncia della giovane donna le indagini si sono subito indirizzate verso l’ex fidanzato con cui Martina aveva troncato il rapporto (molto turbolento) da poco.
Gli imputati ieri erano presenti in aula hanno tenuto un atteggiamento molto diverso: Laurini impassibile non ha mai alzato gli occhi da terra, Mingoia ha voluto chiedere nuovamente scusa a Martina, Schininà è visibilmente dimagrito per i mesi trascorsi in carcere. I tre hanno chiesto tramite i loro legali di accedere al rito abbreviato. Il difensore di Laurini, Luca Bellezza, ha chiesto inoltre la perizia psichiatrica per il suo assistito, poi accordata. E’ stata invece rigettata la richiesta di una nuova consulenza tecnica sulle ferite riportate dalla donna. "Non è necessaria" per il giudice visto che in fase di indagine si è tenuto l’incidente probatorio. Anche Martina era presente, accompagnata dai suoi legali, Costanza Malerba e Federico Febbo,e dai suoi genitori. I tre si sono costituiti parte civile.
"Stavo meglio, ma venire qui mi ha creato un gran magone – ha detto Martina all’uscita dal tribunale – Ringrazio di essere viva, ora voglio dare voce agli altri. Mi ha salvato l’amore vero: la mia famiglia, i miei colleghi, il mio lavoro. Ho vissuto il caso di Giulia Cecchettin con tanto dolore e rabbia, sto lottando anche per lei. Sto lottando per tutte le donne, voglio dare forza a tutte. Voglio dare loro forza e dire che devono scappare al primo minimo allarme della violenza e dello schifo. Anche io mi ero accorta di qualche segnale, ma purtroppo non gli ho dato spazio".
"In questo caso i cosiddetti ‘campanelli di allarme’ c’erano tutti – ha detto l’avvocato Costanza Malerba per sottolineare la gravità dell’episodio – Le conseguenze sarebbero potuto essere ben peggiori".
Il processo ripartirà a febbraio quando il consulente avrà concluso la perizia su Laurini. Mingoia è ai domiciliari con braccialetto elettronico da oggi in quanto ha già risarcito la vittima con 28.000 euro.