
Risonanza magnetica (Germogli)
Prato, 25 dicembre 2018 - Le malattie neurologiche comprendono essenzialmente malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale (sclerosi multipla, malattie cerebrovascolari, Alzheimer, Parkinson, epilessia o patologie infiammatorie-infettive) e il sistema nervoso periferico (polineuropatie, miastenia, miopatie). Ci sono diversi sintomi che possano far pensare di dover ricorrere ad un neurologo. I disturbi neurologici comprendono: paralisi permanente o temporanea di una o più parti del corpo, senso di debolezza muscolare, scarsa coordinazione motoria e problemi di mobilità; perdita di sensibilità a livello cutaneo; crisi epilettiche, cefalea, confusione mentale, dolore neuropatico, deficit cognitivi, difficoltà di apprendimento e/o problemi di memoria, sbalzi di umore, alterazioni dello stato di coscienza, difficoltà nell’espletare funzioni semplici, ma vitali, come respirare, deglutire, parlare.
In presenza di un ictus i principali sintomi improvvisi sono 5: mancanza di forza e/o formicolio al volto o ad una parte del corpo; disturbo del linguaggio (della lettura, nella comprensione della parola scritta e orale); disturbo di vista, di deambulazione, vertigine e perdita dell’equilibrio; cefalea diversa dalle precedenti. L’ictus è la prima causa di disabilità tra gli anziani e l’incidenza aumenta con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra 85enni. Il 75% degli ictus colpisce i soggetti di oltre 65 anni. Sono maggiormente colpiti i soggetti neri, afroamericani ed asiatici con un rischio maggiore rispetto ai soggetti di razza bianca. Gli studi epidemiologici hanno individuato molteplici fattori che aumentano il rischio di ictus. Alcuni di questi non possono essere modificati come l’età, i fattori genetici o etnici; altri sono modificabili come l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale ed altre cardiopatie, il diabete mellito, la dislipidemia. Gli stili di vita incidono molto sulla prevenzione primaria e nella prevenzione secondaria (per ridurre il rischio di ricaduta). E’ importante astenersi dal fumo di sigaretta, evitare un eccessivo consumo di alcool, praticare attività fisica ed alimentarsi correttamente contrastando l’obesità. Anche lo stress può favorire la comparsa della malattia.
Sul fronte ictus, Prato è all’avanguardia. Da 18 anni l’ospedale è dotato di un’unità specializzata di diagnosi e cura - Stroke Unit - dove vengono ricoverati i pazienti che nella fase acuta necessitano di controlli e cure particolari. Di recente è stato costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare ed interprofessionale (neurologo, medico del pronto soccorso, medico del 118, radiologo, infermiere, tecnico di radiologia) dedicato al percorso ictus nella fase iperacuta. Grazie a questa organizzazione il territorio pratese ottiene ottimi risultati nel trattamento dell’ictus e nella riduzione della mortalità. Per quanto riguarda le cure è possibile eseguire in urgenza un trattamento che può contrastare l’ictus ed in casi particolari vi è una collaborazione con Careggi per trattamenti che richiedono un intervento endovascolare. L’ictus emorragico se gestito correttamente in emergenza urgenza ha una migliore prognosi. L’ictus ischemico, che rappresenta circa l’80% del totale, beneficia di un trattamento farmacologico che può migliorare il decorso, ridurre la disabilità residua, fino anche ad un completo recupero. La neurologia pratese sta investendo tanto sull’approfondimento scientifico. Vi è un grande impegno anche nell’organizzazione dei servizi neurologici che devono gestire in ospedale le patologie acute (come ictus e trauma cranio spinale) ed in ambulatorio e sul territorio, un’insieme di patologie croniche (come demenze, Parkinson, sclerosi multipla, epilessie, malattie neuromuscolari). Sempre più stretta la collaborazione con le società scientifiche regionali e nazionali: la neurologia pratese ha suscitato l’interesse della SDA Bocconi di Milano, che l’ha individuata come ambito organizzativo da studiare per proporre nel contesto nazionale un modello verso il quale tendere.
Pasquale Palumbo, direttore area malattie cerebrovascolari e degenerative Asl Toscana Centro