Si è aperta ed è stata subito rinviata l’udienza preliminare sul crac Grassi, fallimento da ben 30 milioni di euro, fra i più pesanti nella storia della città. A bloccare il processo è stata la richiesta avanzata dai difensori dei tre fratelli Grassi, Sandro, Marco e Morena (assistiti dagli avvocati Nicola Badiani e Silvio Toccafondi). I legali hanno spiegato di avere in corso una trattativa con la curatela per concordare il risarcimento ai creditori. Serve, però, qualche mese in più per perfezionare l’accordo e così il giudice ha rinviato l’udienza ad aprile. L’intenzione della difesa è quella di chiedere un rito alternativo, ad esempio un patteggiamento, da subordinare al risarcimento. Presenti in aula anche il commercialista Leonardo Castoldi per la costituzione di parte civile in quanto curatore e i 34 storici dipendenti dell’ex Gruppo Grassi che, grazie alle tante proteste, hanno messo in moto l’inchiesta giudiziaria. In caso di accordo la curatela rinuncerà alla costituzione di parte civile. Potrebbe essere un passo importante soprattutto per i tanti operai che da anni aspettano il pagamento degli stipendi mai avuti per un totale di 650.000 euro. Oltre ai tre fratelli Grassi, i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli hanno chiesto il rinvio a giudizio per altri sei professionisti che avrebbero avuto, con le loro condotte, un ruolo fondamentale nel pesante dissesto societario. L’accusa per tutti è di bancarotta fraudolenta. A mettere in moto il fallimento fu la stessa Procura che, in seguito agli esposti degli ex dipendenti, nel giugno del 2018 chiese di mettere fine al concordato della "Grassi snc". Il concordato preventivo in continuità andava avanti dal 2011, da quando i bilanci delle società presentavano già pesanti perdite. Negli anni, però, i creditori non hanno mai visto tornare indietro i soldi che spettavano loro. Fra questi c’erano i dipendenti che lamentavano il mancato pagamento degli stipendi. Motivo per cui, a sette anni di distanza, nel 2018, il tribunale ha dichiarato il fallimento. Contestualmente venne aperto il fascicolo per bancarotta. Secondo l’accusa, il dissesto societario era ben evidente già a partire dal 2003-2005.
Marco e Morena Grassi, membri del consiglio di amministrazione della "Moreno Grassi srl" e amministratori delegati della della "Grassi srl", e il fratello Sandro, amministratore e socio delle stesse società, poi confluite nel Gruppo Grassi snc, avrebbero causato il dissesto finanziario e il successivo fallimento falsificando i bilanci dal 2003 al 2008. Gli interventi sui bilanci sarebbero serviti a nascondere il reale stato finanziario della società in modo da ingannare i creditori. Solo nel 2011 viene presentato il concordato preventivo con una "serie preordinata di abusi di gestione e infedeltà", come scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio. Dal concordato è nata la Castelnuovo Lavori, gestita dalla stessa famiglia Grassi, che ha eseguito i lavori al Lungobisenzio.
Laura Natoli