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Cinghiali, lupi, puzzole: la fototrappola riprende la biodiversità dell'Appennino

La fototrappola (uno strumento fotografico che viene azionato dal movimento) ha ripreso, in diversi passaggi, gran parte dei mammiferi selvatici presenti sull’Appennino, dai più comuni volpi e cervi, a specie più difficili da riprendere, come il lupo e la puzzola europea

Un daino ripreso dalla fototrappola

Prato, 26 dicembre 2021 - Tutto quello che è passato in 6 giorni davanti ad una fototrappola posizionata dai volontari Claudia Iozzelli e Luca Cecconi dell’associazione Canislupus Italia lungo un sentiero dell’Appennino Pratese, in Val di Bisenzio, nel comune di Cantagallo. La fototrappola (uno strumento fotografico che viene azionato dal movimento) ha ripreso, in diversi passaggi, gran parte dei mammiferi selvatici presenti sull’Appennino, dai più comuni volpi e cervi, a specie più difficili da riprendere, come il lupo e la puzzola europea.

Sul finire del video, poi, quello che sembra a tutti gli effetti il “fantasma dei boschi”, ovvero un Felis silvestris silvestris, il gatto selvatico (documentato in zona dal 2017) e il suo lontano parente, il gatto domestico (Felis silvestris catus): quasi a confermare le proverbiali sette vite, il gatto di casa - immortalato dalle fototrappole molte volte in zone non antropizzate – dimostra di sapersela cavare benissimo anche nel bosco! Come nel caso di questo posizionamento, Silvestris e Catus percorrono spesso gli stessi sentieri ed essendo le due sottospecie interfeconde, non sono infrequenti i casi di ibridazione. Una curiosità: le mammelle ingrossate della lupa hanno consentito ai ricercatori di capire che il branco si era riprodotto.