LAURA NATOLI
Cronaca

Fiorenzo Gei investito e ucciso: conducente condannata

Ribaltata in Appello la sentenza di primo grado. Un anno (pena sospesa) per la donna alla guida dell’auto. La macchina era senza assicurazione

Fiorenzo Gei fu investito in via Roma nel 2017 (Foto Attalmi)

Fiorenzo Gei fu investito in via Roma nel 2017 (Foto Attalmi)

Prato, 29 settembre 2023 – E’ stata condannata a un anno (pena sospesa) per la morte di Fiorenzo Gei, 62 anni, ex presidente del Cai e direttore del Centro di Scienze naturali di Galceti, investito e ucciso in via Roma di fronte al ristorante di famiglia "Il Capriolo" nel maggio del 2017. La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva assolto la donna, 45 anni, assistita dall’avvocato Marco Barone. "Siamo rimasti esterrefatti – ha commentato Barone – Non ci aspettavamo una sentenza del genere. In primo grado la sentenza era stata ben argomentata, era stato evidenziato come la conducente non avesse avuto il tempo né lo spazio di reazione in quanto Gei si trovava dietro una curva, di pomeriggio, in via Roma, una delle strade più trafficate di Prato".

Gei venne travolto dall’auto della donna mentre stava aiutando il figlio a sistemare l’insegna del ristorante. La vittima era scesa dal marciapiede per guardare l’insegna da lontano quando sopraggiunse l’auto della donna, casalinga che fa la parrucchiera per arrotondare, che non fece in tempo a frenare.

Il processo di primo grado si è combattuto su due perizie diverse: quella della Procura secondo cui Gei era già in mezzo alla carreggiata quando arrivò l’auto, e quella della difesa secondo cui l’uomo sbucò in mezzo alla strada all’improvviso, dietro la curva e non sulle strisce pedonali impedendo qualsiasi tempo di reazione della conducente.

La sentenza avrà ricadute soprattutto sulla parte civilistica perché, al momento dell’impatto, l’auto della donna non era coperta da assicurazione. La conducente ha sostenuto di non essere stata messa al corrente dall’assicurazione che la polizza sarebbe partita la sera di quel giorno a mezzanotte. Il processo di Appello era stato chiesto dalla Procura e dalla parte civile.

“La Corte ha rinnovato la fase dibattimentale ascoltando solo due testimoni – aggiunge l’avvocato Barone –: la conducente che era in macchina dietro la mia assistita e il figlio di Gei che stava sistemando l’insegna. Non capisco perché non siano stati sentiti i consulenti. Ho anche chiesto una perizia che non è mai stata concessa. Comunque aspetteremo la motivazioni della sentenza per valutare se sarà il caso di ricorrere in Cassazione".

La donna, da quel maledetto giorno, non è più passata in auto in quel tratto di strada.