"Facciamoci sentire, tutti i giorni". Il flash mob nel nome delle vittime

Piazza del Comune gremita. A leggere i nomi delle donne uccise quest’anno anche i giovanissimi del Mezzana

"Sono qui perché madre di due bambine. E anche se sono ancora piccole, voglio che imparino che la violenza non è mai giustificabile. E che denunciare è necessario". Janina, giovane mamma italo-cinese, era una delle oltre duecento persone che ieri hanno preso parte al flash mob contro la violenza sulle donne svoltosi in piazza del Comune. Un’iniziativa con la quale le istituzioni e i cittadini hanno voluto ricordare le vittime di questa strage. Perché si può chiamare così. Iniziando da Giulia Cecchettin, la giovane veneta trovata priva di vita nei giorni scorsi nei pressi di un lago in provincia di Pordenone. Per la sua morte è accusato l’ex-fidanzato Filippo Turetta, arrestato in Germania dopo la fuga. Il flash mob di ieri ha voluto accendere la luce sulla violenza di genere, da combattere, tutti assieme. Sui femminicidi. Anche Prato ha conosciuto questa ferita. L’abbiamo ricordata anche i giorni scorsi, Elisa Amato, uccisa nel 2019 dall’ex fidanzato che poi si è suicidato.

Secondo il Centro Antiviolenza La Nara il numero di donne che compongono il numero anti-violenza per chiedere aiuto è in costante aumento. "In questi primi undici mesi dell’anno abbiamo già superato quota 400 richieste – ha anticipato Francesca Ranaldi, presidente del Centro – sicuramente, negli ultimi lustri la tendenza a denunciare gli episodi di minacce o percosse è cresciuta e ciò anche grazie ad una maggior consapevolezza. Ma il problema resta e la strada da fare è ancora tanta". Anche il sindaco Matteo Biffoni, presente al flash mob, ha posto l’accento sul problema, enorme, che è la violenza di genere. "Un vero e proprio bollettino di guerra – le sue parole – Abbiamo bisogno di riferimenti. Legiferare per aumentare le pene previste per i colpevoli, come talvolta è avvenuto, rappresenta a mio avviso solo una parte della soluzione. Serve un passo avanti sul piano culturale ed educativo, bisogna chiedere al legislatore di cambiare il paradigma con cui affrontare il fenomeno".

Dopo l’introduzione, sono stati letti i nomi delle 106 donne uccise in questo 2023. A leggerli, oltre ad esponenti del mondo associazionistico e politico di Prato e provincia, c’erano anche i giovanissimi del Mezzana, portati in piazza dagli allenatori della scuola calcio. "Lo abbiamo fatto, d’intesa con le famiglie dei nostri giovani tesserati, per sensibilizzarli fin da piccoli – ha spiegato Elia Falasca, tecnico del club – perché pensiamo che anche lo sport possa e debba fare la propria parte, su un argomento delicato come questo". E al termine della declamazione dell’ultimo nome, un lungo applauso da parte dei presenti. "Fate sentire la vostra voce, abbiamo bisogno di voi – l’appello dell’assessore alle pari opportunità Ilaria Santi - sempre e tutti i giorni".

Altre iniziative volte a sensibilizzare sul tema della violenza di genere si terranno nei prossimi giorni: stamani alle 11 verrà inaugurata davanti al tribunale, dall’ordine degli avvocati, una panchina rossa in ricordo di Giuseppina Messineo, mentre alle 21 il Politeama ospiterà lo spettacolo teatrale "Le donne di malamore". Domani alle 11,30 sarà infine la volta dell’installazione delle "Pietre di responsabilità", che verranno installate in piazza dell’Università in memoria delle vittime di femminicidio. Per mandare un messaggio ideale e far sì che nessuna di loro venga dimenticata.

Giovanni Fiorentino