E da Poggio parte l’appello: ricordare De Luca

Aldo De Luca, capo custode della villa medicea, riceve riconoscimento dalla Presidenza per aver salvato opere d'arte dai nazisti nel 1944. Associazione chiede a Mattarella di onorarlo.

E da Poggio parte l’appello: ricordare De Luca

E da Poggio parte l’appello: ricordare De Luca

Un riconoscimento della Presidenza della Repubblica per Aldo De Luca, capo custode della villa medicea che durante l’agosto 1944 ebbe l’intuizione di fare un elenco dettagliato delle opere d’arte che i nazisti in fuga stavano trafugando per portarle in Germania. La sua storia è ripercorsa nel libro di Andrea Lottini "Siamo in guerra non c’è niente da fare", presentato giovedì sera alle Scuderie Medicee. L’associazione Diapason di Poggio a Caiano ha scritto una lettera-appello al Presidente Sergio Mattarella: "Le scriviamo per chiederle di voler riconoscere, nel modo che riterrà più opportuno, il merito di Aldo de Luca e il valore delle sue azioni, anche (e soprattutto) a distanza di tanti anni". Alla lettera si aggiungono le firme già raccolte e si può ancora firmare entro il 25 aprile. "De Luca era un uomo normale" – prosegue l’appello – che si è trovato immerso in fatti drammatici e ha cercato di fare il suo dovere e di portare avanti ciò che era giusto". Come ricordato nel volume, De Luca era "impotente di fronte alla razzia perpetrata dai nazisti ma cercò di impedire la sottrazione delle opere e stilò elenchi precisi di tutte le opere portate vie, elenchi poi essenziali per far ritornare a Firenze quei capolavori". A fine agosto saranno 80 anni da quegli eventi: le donne di Diapason fanno presente al capo dello Stato che Aldo De Luca, scomparso ormai da molti anni, "non ha mai ricevuto alcun riconoscimento per ciò che fece". Alla presentazione è intervenuto il presidente dell’Istituto Storico toscano della Resistenza ed ex presidente della Regione, Vannino Chiti mentre la storica dell’arte Giulia Ballerini ha evidenziato il ruolo giocato dalle opere d’arte e dalle relative razzie in ogni guerra.