
Dopo le tende, il bando. Servono almeno 350 posti: "Ampliare l’accoglienza"
Alla ricerca disperata di posti. Dopo l’idea delle tende nei giardini dei centri accoglienza, la Prefettura ha pubblicato il bando per trovare "operatori economici ai quali affidare i servizi di accoglienza e assistenza di richiedenti protezione internazionale". I tanti sbarchi degli ultimi mesi hanno messo in allarme la Prefettura che si trova a dover gestire i migranti che quasi quotidianamente arrivano anche nella provincia di Prato. Attraverso il bando vengono ricercate strutture dove "erogare i servizi di accoglienza per complessive 350 persone". "Si tratta di un fabbisogno individuato in relazione al numero di posti attualmente disponibili – spiegano dalla Prefettura – in virtù di contratti in prossima scadenza nonché alla necessità di un congruo ampliamento della rete di accoglienza, per far fronte alle eventuali esigenze anche di natura straordinaria e temporanea dei prossimi mesi".
Dei 350 posti richiesti, 200 riguardano le singole unità abitative e i restanti 150 le strutture
collettive con capienza massima di 50 persone. In totale, al momento, i migranti presenti nella provincia sono 476, come riferito durante l’incontro che si è tenuto l’altro giorno tra la prefetta Adriana Cogode e tutti i sindaci della provincia. Il termine per la presentazione delle offerte è il 31 ottobre. Il tempo stringe e servono associazioni che gestiscano i migranti. Gli ultimi bandi sono andati tutti deserti in quanto i margini di guadagno sono davvero esigui.
Intanto il Pd è intervenuto dopo la richiesta da parte della prefetta di installare le tende nei Cas provvisti di spazi esterni.
"L’ipotesi delle tendopoli è inaccettabile, oltreché inquietante", ha detto Maria Logli, coordinatrice della segreteria provinciale del Pd di Prato. "La destra ha sistematicamente smantellato il sistema di accoglienza, rendendo quasi impossibile, nonostante gli sforzi dei territori, una gestione ordinata e diffusa degli arrivi, capace di mettere al primo posto la dignità e la sicurezza dei migranti e di chi lavora per accoglierli – aggiunge –. Cinque anni fa nei Cas di Prato c’erano quasi mille persone, e un territorio messo nelle condizioni di rispondere in maniera sistemica ai flussi. Se oggi, con poco meno di 500 persone nell’accoglienza straordinaria, si arriva a pensare alle tende, è proprio a causa del governo. A Prato l’accoglienza non si piega a nessuna forzatura, nessuna disumanizzazione".