SILVIA BINI
Cronaca

Convitto Cicognini, finalmente l’orologio torna a battere il tempo

Ci sono simboli che sembrano dormire. E poi un giorno si risvegliano, e con loro risvegliano qualcosa anche dentro di...

Ci sono simboli che sembrano dormire. E poi un giorno si risvegliano, e con loro risvegliano qualcosa anche dentro di noi. A Prato, uno di questi simboli ha ripreso finalmente vita: l’orologio del Convitto Cicognini, da anni muto e fermo, ha ricominciato a battere il tempo della città.

Per generazioni di pratesi quell’orologio, incastonato in alto sul fronte dell’edificio, è stato un punto di riferimento con lo sguardo che si alzava mentre si attraversava piazza del Collegio. Poi, per anni, il silenzio. Il tempo sembrava essersi arrestato, come a sospendere anche un pezzo dell’identità collettiva. Ora, finalmente, il quadrante è tornato a splendere, guidato da un nuovo meccanismo che lo illumina nelle ore serali e lo sincronizza con l’ora legale. Prato può tornare a guardare in alto, e a leggere il tempo che passa.

Merito di un lavoro lungo e tenace, voluto con convinzione dal rettore del Convitto, Tiziano Nincheri, e reso possibile dalla collaborazione del direttore dei servizi generali e amministrativi Giuseppe Nanè e di un team di tecnici e amministrativi che ha saputo affrontare ogni difficoltà: sopralluoghi, ricerche storiche, confronti con la Soprintendenza, scelte architettoniche e ingegneristiche, tutto per restituire alla città uno dei suoi tasselli più cari. E insieme all’orologio esterno è tornato a nuova vita anche il grande quadrante interno al piano terra, accanto al teatro: lì, dove ogni giorno passano studenti, insegnanti, lavoratori e ospiti, lo scorrere del tempo ritrova la sua voce.

"Questo restauro non è che il primo passo di un progetto di riqualificazione più ampio che abbraccerà ambienti interni ed esterni del Convitto Cicognini, frutto di un lavoro corale che unisce professionalità e passione - spiega il dirigente -. Un cammino che ricuce la memoria al futuro, restituendo dignità e vita a un luogo che ha formato generazioni, e che ora torna a essere, anche visivamente, il cuore pulsante della città".