
Luca Santarelli, specializzato in diritto condominiale, parla della convivenza in condomini dove vivono residenti di. etnie diverse
"Dati che non mi stupiscono. Soprattutto quelli che riguardano gli inquilini non italiani: si va sempre più verso condomini sempre più multietnici. Io penso che la multietnicità sia una ricchezza per la società, ma bisogna imparare a convivere fra abitudini diverse". E’ il pensiero dell’avvocato civilista Luca Santarelli, specializzato in diritto condominiale. Due le criticità più comuni che ha individuato nei vari condomini della Piana fiorentina a pretese. Aspetti che, oltre che per chi ci vive, possono rappresentare problematiche anche per chi mette in affitto un appartamento (oltre che per chi lo cerca). "La prima riguarda le abitudini enogastronomiche: può sembrare una banalità, ma sono alla base di numerose liti o cause tra vicini di casa o appartamento – ha detto – tant’è che qualche anno fa, la Cassazione ha stabilito che l’odore di fritto, in determinate circostanze, è da considerarsi un reato a tutti gli effetti". La sentenza 14467/2017 istituisce le infatti "molestie olfattive", che la Cassazione ha inquadrato nel reato di "getto pericoloso di cose" (articolo 674 del Codice penale) se causa molestie olfattive intollerabili e prolungate ai vicini. Questo significa che se l’odore di fritto proveniente da un’abitazione o da un’attività commerciale supera la soglia della normale tollerabilità e provoca fastidio, disturbo o danno ai vicini, può essere considerato un illecito. "Occorre un percorso culturale da affrontare senza ideologie e senza pregiudizi, promosso da chi ha a cuore l’integrazione: occorre un punto di mediazione. L’Italia ha norme e regole spesso diverse da quelle dei Paesi di provenienza di numerosi inquilini – ha continuato Santarelli – i quali non sempre ne sono a conoscenza. Ma hanno diritto ad essere informati anche sotto questo aspetto. Poi c’è la seconda criticità, correlata alla prima, che è quella dei frazionamenti: gli appartamenti, specie quelli in origine più grandi, vengono spesso frazionati dai proprietari. E talvolta si creano problematiche aggiuntive". Come quelle del sovraffollamento, per l’appunto. "Ricordo un caso del quale mi occupai anni fa: si trattava di un seminterrato di cinquanta metri quadrate nel quale formalmente vivevano solo due persone, ma che in realtà veniva utilizzato in fasi diverse da più di quaranta utenti – ha concluso l’avvocato - e i problemi di residenze e domiciliazioni non sono problemi da poco. In casi del genere, l’impegno dei Comuni deve essere massimo e dovrebbe essere prevista una task force per la sicurezza. Perché un appartamento che ospita molte più persone di quelle che potrebbero viverci è un problema in primis per la sicurezza".
G.F.