Il corpo della carpigiana Claudia Lepore, uccisa a Punta Cana di Santo Domingo, potrebbe tornare in Italia imbalsamato. "Pare non esserci pace per il corpo già straziato di Claudia – affermano gli avvocati della famiglia Enrico Aimi e Giulia Giusti – . Secondo le norme di polizia mortuaria della Repubblica dominicana, il rientro della salma può avvenire solamente dopo un processo di imbalsamazione. La circostanza ha gettato nello sconforto i familiari della vittima e nella preoccupazione i difensori, poiché verrebbe di fatto impedito l’esame autoptico in Italia, già richiesto alla Procura della Repubblica di Roma". Sia l’Ambasciata italiana a Santo Domingo che Gianni Gibellini di Terracielo, incaricato delle esequie, stanno cercando in queste ore di trovare una soluzione. "Con la Repubblica dominicana – proseguono i legali – non esiste solo una grande distanza chilometrica, ma anche culturale e giuridica. L’eviscerazione del cadavere comporterebbe inevitabilmente l’impossibilità di ottenere un esito dall’esame autoptico e, conseguentemente, rischierebbe di precludere le indagini in Italia".
La carpigiana è stata trovata cadavere la scorsa settimana dentro al frigorifero di casa sua a Bavaro, località turistica vicina alle spiagge di Punta Cana, a Santo Domingo. Il reo confesso Antonio Lantigua, detto El Chino, 46 anni, ha indicato come mandati dell’omicidio la modenese Ilaria Benati e Jacopo Capasso, quarratino con un passato pratese, che si trovano nel carcere di Higuey in attesa della misura cautelare che dovrebbe essere emessa per tutti a tre la prossima settimana.
Sul fronte delle indagini, l’udienza innanzi al giudice dei due sospettati italiani, è stata ulteriormente rinviata per riunire insieme le posizioni processuali di llaria, Jacopo e di El Chino. Quest’ultimo ha confessato l’omicidio di Claudia Lepore, indicando come mandanti i due italiani: rilevanti sarebbero alcuni messaggi vocali che l’uomo ha lasciato sul cellulare di Ilaria Benati. Con tono concitato e in preda al panico, El Chino ribadisce più volte che ‘ha ucciso Claudia’ e richiede i soldi, 200mila pesos (poco meno di 4mila euro) che erano stati pattuiti. Dai messaggi emerge in più passaggi il riferimento a Portorico: "Pagami e me ne vado a Portorico", dice El Chino che forse aveva pianificato la fuga utilizzando una delle piccole imbarcazioni illegali che da Santo Domingo partono alla volta del vicino Stato caraibico.
Nel frattempo cresce tra gli amici di Claudia il desiderio di dedicarle un momento di ricordo e preghiera: probabilmente lunedì si svolgerà sulle spiagge locali, "in un posto in cui Claudia amava sempre andare" chiosa un’amica carpigiana, una ‘veglia’ in suo onore.