
Chat (foto repertorio)
Prato, 8 agosto 2017 - Rubava l’identità alle colleghe e alle ex colelghe di lavoro, creando profili con le loro foto su siti e chat di incontri e poi entrava in contatto con altri uomini, rispondendo ai messaggi e istigandone le peggiori fantasie sessuali. Potrebbe essere definita una nuova frontiera dello stalking, lo stalking per interposta persona, quello che in realtà, per un 40enne pratese era diventato un pericoloso passatempo extralavorativo. Secondo quanto ricostruito e accertato dall’ufficio di polizia giudiziaria della procura, un caso al momento più unico che raro.
Come detto, l’uomo su questi siti di incontri e in queste chat si spacciava per ex o attuali colleghe di lavoro: usava le loro vere foto, prese probabilmente dai profili presenti sui vari social, e pi, non contento, rendeva pubblici con leggerezza anche unas erie di abitudini, orari, luoghi frequentati, indirizzi e numeri di cellulare delle malcapitate.
Tutte donne che, ignare di cosa stava accadendo alle loro spalle, poi si trovavano davanti sconosciuti che tentavano approcci di ogni tipo, spinti a farlo dalle chat «piccanti» escogitate ad arte dal collega quarantenne. A far partire le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Laura Canovai, è stata la denuncia effettuata da una delle ex colleghe.
La ragazza, stanca di essere continuamente oggetto di attenzioni eccessive e particolari da parte di sconosciuti, è corsa a chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Fra i tanti episodi strani, per esempio, figurano approcci al supermercato riferiti ad una conoscenza da approfondire dal vivo.
Dopo il rifiuto secco della ragazza, il «corteggiatore» avrebbe anche chiesto spiegazioni in chat di questo suo comportamento così distante. «Eri troppo moscio, mi piacciono i tipi decisi, gli approcci forti» avrebbe risposto il quarantenne facendosi passare per l’ex collega e innescando un vortice che istigava gli uomini a lanciarsi in spregiudicate avances senza curarsi del consenso della donna.
Quando la ragazza è stata importunata anche a lavoro ha chiamato i carabinieri: il corteggiatore di turno si è giustificato dicendo che su internet la donna non era così fredda. Da lì gli investigatori hanno iniziato a ricomporre il puzzle e sono risaliti, tramite accertamenti informatici, al computer e al telefonino del 40enne.
Dopo perquisizione nella casa in cui l’uomo vive assiema ai genitori, sono emerse altre vittime, sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti. L’uomo ha confessato tutto, dicendo che voleva «capire come gli uomini approcciano le donne», ignorando però i rischi ai quali esponeva le colleghe o ex colleghe. E’ accusato di stalking e sostituzione di persona.