GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Ha un carcinoma, deve fare una visita entro 3 giorni: “La prima data disponibile? Tra cinque mesi”

La denuncia di un paziente oncologico di 89 anni a La Nazione: “Ho scoperto la malattia, il medico ha richiesto un approfondimento ma la risposta che ho avuto dall’Asl è stata sconcertante”

Una visita specialistica dermatologica

Una visita specialistica dermatologica

Prato, 16 maggio 2025 – Cinque mesi di attesa per un esame a cui, secondo la prescrizione del medico, avrebbe dovuto sottoporsi nell’arco delle settantadue ore immediatamente successive alla diagnosi. E’ l’episodio che riguarda il presidio sanitario “Misericordia e Dolce” reso noto da O.R., cittadino di 89 anni e paziente oncologico, risalente a pochi giorni fa. Tutto è iniziato quando l’uomo si è sottoposto ad una visita specialistica. “Lo scorso 5 maggio mi è stato diagnosticato un carcinoma – ha spiegato il diretto interessato – e alla luce di ciò, mi è stata prescritta una biopsia della cute alla quale sottopormi entro i tre giorni successivi”. La scelta dell’89enne è caduta sulla sanità pubblica. E qui, a suo dire, sarebbe arrivata la doccia fredda: il primo appuntamento sarebbe stato disponibile non nei tre giorni successivi, come prescritto, bensì non prima di cinque mesi. “La prima data utile sarebbe stata quella del 9 ottobre. All’inizio non riuscivo a crederci, sia chiaro: non ho nulla contro il personale sanitario, né contro Asl, che si trovano a dover lavorare facendo fronte ai tagli sulla sanità. Ma com’è possibile che per una visita di fatto considerata urgente, una persona di quasi novant’anni come il sottoscritto debba attendere più di cinque mesi?”.

L’uomo è conscio dell’alternativa rappresentata dalla sanità privata, per accorciare le tempistiche ed ottenere l’agognata visita in tempi brevi. Ma si tratta di un’opzione che, almeno per il momento, non vuole tenere in considerazione.

“Ho voluto raccontare questa storia non per fare polemica, ma perché spero che qualcosa possa muoversi in positivo sia per quel che mi riguarda che per altri eventuali utenti nella mia stessa situazione – ha aggiunto – rivolgendosi alla sanità privata si riducono i tempi, ma ha un costo non indifferente. Senza contare che anche mia moglie deve sottoporsi ad esami: quanto dovremmo spendere?”.

Interpellata sul caso, Asl ha fatto sapere che approfondirà la segnalazione in questione. “Qualche tempo fa, in quel caso al Giovannini, dovevo sottopormi ad un’infiltrazione al ginocchio e in un anno e mezzo non avevo mai trovato posto. La situazione si era sbloccata ed ero stato richiamato due giorni dopo aver segnalato a La Nazione il problema – ha concluso - non sono pregiudizialmente contrario a rivolgermi ad una struttura privata. Qualora dovesse essere l’unico modo possibile per arrivare ad avere un appuntamento in tempi brevi, percorrerò anche questa strada. Noi cittadini però paghiamo già per la sanità pubblica. E per questo vorrei poterne usufruire a tutti gli effetti, in casi del genere. Trovo inspiegabile il fatto che anche in casi come il mio si debbano aspettare mesi”.