REDAZIONE PRATO

Bisenzio e gli affluenti senza pesci. Saranno aggiunte 80mila nuove trote

Allarme per ripopolare i torrenti. 'Colpa del caldo di un anno fa'

I volontari del Mosca Prato club mentre cercano i pesci nei torrenti

Prato, 4 maggio 2018 - Brutto periodo per i pesci valbisentini, le cui sorti sembrano legate, oltre alle variabili climatiche, all’azione antropica e ai problemi della burocrazia. Mano umana che però in alcuni casi è di aiuto: a breve infatti, negli affluenti del Bisenzio, dalla Madonna della Tosse in poi, saranno aggiunti circa 80mila avannotti di trota fario. I dati arrivano dal Prato Mosca Club, che ha verificato uno stato allarmante della popolazione di trote nel corso del Rio di Ceppeta. «Non ci era mai capitato – ha detto Ivano Mongatti del club pratese, che nei giorni scorsi inseme all’ufficio preposto della Regione ha portato a termine un’operazione di storditura e di prelievo finalizzata allo spostamento delle fario in tratti protetti di torrenti della Riserva Acquerino Cantagallo – di trovare così pochi esemplari. Probabilmente stavolta la colpa non è dei bracconieri ma del caldo della scorsa estate. I pesci che abbiamo trovato, solo 22, erano nelle pozze più profonde».

Se la stagione ci ha messo il caldo, il passaggio di consegne sul tema fauna fra Provincia e Regione e l’attesa della firma della convenzione con l’associazione che si sarebbe occupata del recupero della fauna ittica in pericolo hanno fatto il resto: nonostante gli appelli dei volontari, il via agli interventi è arrivato a danni già fatti. «Anche i mini idro e le prese degli acquedotti hanno prosciugato diversi torrenti – prosegue Mongatti -. Purtroppo il nostro Ato non prevede nemmeno il deflusso minimo vitale mentre in altre zone addirittura viene preso in considerazione il deflusso medio». A riequilibrare in parte le perdite, arriveranno comunque le nuove immissioni di avannotti di trote fario di ceppo mediterraneo da parte del Prato Mosca Club, provenienti da un incubatoio regionale, dato che quello di Casa al Rio, vicino Cantagallo, gestito fino a poco tempo fa dal club pratese, giace inutilizzato per disposizioni dell’Unione dei Comuni. E se la trota non passa dei bei momenti, il suo «convivente», il Cottus Gobio, conosciuto come Scazzone o Brocciolo, sembra vittima di uno scherzo del destino.

Specie protetta, era stato protagonista di una parte di un progetto Life realizzato dalla Provincia, lo «Sci d’acqua» per preservarlo: le strutture per la risalita costruite al Mulino della Sega sono piene di detriti portati dalla piena, con l’acqua che riesce a filtrare e a defluire ma il passaggio dei pesci, seppur piccoli, appare impossibile. Per di più, le opere in cemento coperte da griglie di metallo, oltre a deturpare il paesaggio hanno deviato il corso dell’acqua, limitando la portata di quella che poteva essere l’unica via di dispersione degli esemplari. La convenzione per la manutenzione e la pulizia delle strutture, affidata dall’allora ufficio competente della Provincia, al Prato Mosca Club, è durata tre anni.