"Auguro a tutti di trovare un Gigi nella propria vita. Una persona al vostro fianco sulla quale poter contare sempre. Una persona che vi sta vicino senza interesse, ma soltanto con il vostro bene come unico fine". Le parole commosse del sindaco Matteo Biffoni, che in chiesa ha trattenuto a stento le lacrime, hanno chiuso la cerimonia funebre che si è svolta ieri pomeriggio in Duomo per l’ultimo saluto a Luigi Biancalani, medico e vicesindaco, morto martedì sera a 74 anni dopo una lunga malattia. "Con lui non soltanto io, ma tutta la città perde un porto sicuro. Ora fai buon viaggio, saluta Daniele (il padre del sindaco e grande amico di Biancalani ndr) e dopo esserti sistemato gli occhiali sul naso continua a guardarci da lassù".
Biffoni si è sciolto in un pianto liberatorio mentre un lunghissimo e affettuoso applauso ha accompagnato il feretro portato in spalla dai confratelli della Misericordia. La bara coperta dal cappello del pellegrino, dalla cappa e dalla coltre ha attraversato la navata del Duomo gremito come poche volte è mai stato prima. C’era tutta la città, c’erano le istituzioni, i rappresentanti della politica e tanti, tantissimi cittadini comuni presenti per rendere omaggio al vicesindaco e portare una parola di conforto alla moglie Cosetta e ai figli Chiara e Niccolò. Biancalani è sempre stato attivo nel volontariato e in politica. A lungo presidente dell’Ordine dei medici, per 20 anni consigliere comunale, dal 1975 al 1995, e segretario della Dc per 15 anni, Biancalani è sempre stato attivo nel volontariato e in politica.
Toccanti le parole dell’omelia pronunciata dal vescovo Giovanni Nerbini che ha officiato la messa: "Mi ha sempre colpito, non solo la conoscenza profonda delle normative, ma anche la capacità di ricordarsi i singoli casi delle tante persone che, quotidianamente, bussavano alla porta del suo assessorato ai servizi sociali. Prego perché i giovani abbiano il coraggio e la forza di raccogliere il suo testimone per rendere migliore la città come lui ha cercato di fare lui". Biancalani è rimasto a lavoro fino a pochi giorni prima di morire. Sabato mattina era all’assessorato dei servizi sociali in via Roma impegnato come sempre. "Il vangelo che abbiamo letto dice che saremo giudicati per il bene che abbiamo fatto", prosegue Nerbini durante l’omelia. "Le parole del vangelo spingono a domandarsi per cosa viviamo e come viviamo. Un uomo viene giudicato anche per come affronta la morte, aspetti che fanno la differenza nel raccontare chi è stato Luigi". Medico, politico di lungo corso, anche Biffoni ha ricordato l’importanza di onorare e raccogliere l’eredità lasciata: "Da domani se vogliamo essere coerenti con la personalità di Luigi, dobbiamo mettere ancora più passione in quello che facciamo, ricordandoci, come faceva lui, che si deve avere anche il coraggio di dire no, quando non si può fare qualcosa". La salma di Biancalani è stata scortata a piedi al cimitero della Misericordia da cinquanta confratelli della Misericordia.
Silvia Bini