Prato, l’ex asilo invaso da topi e siringhe. "Inutili le segnalazioni, non è stato fatto nulla"

La protesta dei residenti di viale Borgovalsugana

Dina Targetti mostra il giardino dell’ex asilo invaso dalle erbacce (foto Attalmi)

Dina Targetti mostra il giardino dell’ex asilo invaso dalle erbacce (foto Attalmi)

Prato, 1 settembre 2023 – Topi che scorrazzano nell’erba incolta. Siringhe abbandonate e sporcizia dappertutto. Una situazione di degrado che va avanti da tempo, almeno da un anno e mezzo, come spiegano i residenti, nello stabile che ospitava un asilo in viale Borgovalsugana 155.

Lo sporco e l’erba alta si sono accumulati da tempo senza che nessuno facesse nulla. Le finestre, per fortuna, sono state chiuse in modo da non far entrare nessuno altrimenti, in breve tempo, lo stabile si sarebbe riempito di tossici e sbandati, come è accaduto con altri immobili abbandonati che le forze dell’ordine sono costrette a sgomberare di continuo.

Ma questo non basta, giustamente, a placare le lamentele dei residenti che dalle finestre delle loro case sono costretti a vedere questo scempio quotidiano.

"Ho telefonato più volte alla polizia municipale, ho inviato mail alla Edilizia pubblica pratese che ha in gestione l’immobile ma non ho ottenuto nulla – dice Dina Targetti – Le finestre di casa mia si affacciano proprio sul giardino dell’ex scuola materna. Lo stato in cui è lasciato è indecente, la struttura è lasciata in uno stato di totale incuria e degrado. Vediamo i topi che scorrazzano liberamente ma nessuno fa nulla".

La prima mail che la signora ha scritto all’edilizia pubblica pratese risale al novembre del 2022. E’ passato quasi un anno ma nulla è cambiato tanto che nel giugno scorso è tornata a scrivere un’altra mail come le era stato richiesto.

«Non solo io ma anche alcuni miei vicini hanno sollecitato più volte gli interventi del gestore – continua Dina Targetti – ma non è servito a nulla. Nel frattempo, i topi continuano a circolare liberamente mentre il giardino è diventato il ritrovo di gruppi di ragazzi. Vorremmo vivere in un luogo decente e non nel Burundi. Ho chiamato anche la polizia municipale ma mi hanno risposto che ’devono organizzare le pattuglie ’ prima di poter intervenire. Mi chiedo quanto ci voglia. Nel frattempo noi continuiamo a vivere nel degrado e nella sporcizia".