ANNA BELTRAME
Cronaca

Arriva la Coppa Davis. È subito festa. Tante belle storie e mille ricordi

Sarà a Prato da giovedì a domenica, prima in Comune poi al Tc Prato che ospiterà una serata speciale

Arriva la Coppa Davis. È subito festa. Tante belle storie e mille  ricordi

Arriva la Coppa Davis. È subito festa. Tante belle storie e mille ricordi

Un trofeo scintillante di ricordi bellissimi, di orgoglio italiano, di storie da raccontare. Giovedì a Prato arriva la Coppa Davis, vinta due volte in 47 anni, nell’ormai lontano 1976 ai tempi di Panatta e lo scorso novembre grazie allo straordinario talento di Jannik Sinner. Due vittorie così diverse, come i leader protagonisti, ma ottenute con lo stesso determinante gioco di squadra. La Coppa è in tour da dicembre in tutta Italia, a portare la gioia di quei trionfi, ma anche i buoni esempi che può evocare. La prima tappa sarà alle 14 in Comune: saranno il sindaco Matteo Biffoni e il vice Simone Faggi a presentarla, con il presidente di Federtennis Toscana Luigi Brunetti e il presidente del Tc Prato Marco Romagnoli. Resterà esposta fino alle 19 nel salone consiliare e di nuovo venerdì dalle 9 alle 14: tutti potranno vederla e fotografarla per aggiungere un nuovo personale ricordo ai tanti che la Davis ha già regalato. La seconda tappa sarà il Tc Prato, dove l’insalatiera si potrà ammirare sabato dalle 14.30 alle 18 e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.

Ma l’appuntamento da non perdere al Tc Prato è venerdì alle 21: una serata speciale con Domenico Procacci, produttore e regista dello splendido docufilm Una squadra, dedicato alla vittoria italiana in Cile del 1976. Insieme a lui gli scrittori pratesi Sandro Veronesi, che ha collaborato alla sceneggiatura del documentario, e Edoardo Nesi, entrambi appassionati di tennis. Intorno alla coppa ci saranno tanti aneddoti e ricordi. Una squadra sono Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli, gli eroi della prima Davis, bravissimi nel raccontare quei giorni e loro stessi senza mai prendersi troppo sul serio. Sarà interessante ascoltare Procacci, regista di quel racconto a puntate avvincente, ironico e a tratti toccante, che mescola tennis e politica, costume e tv: quasi cinque ore che scorrono felicemente, mettendo in luce le complicità e le personalità così diverse dei protagonisti. Una squadra, appunto, capace di conquistare la finale di Coppa per quattro volte in cinque anni.

Ma si parlerà anche di Prato e la Davis, che il Tennis club di via Firenze ha ospitato due volte, nel campo centrale che dal 2022 è dedicato a Loris Ciardi e Lapo Focosi, i due campioni pratesi che nel 1982 conquistarono il titolo italiano a squadre veterani, superando in doppio Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, la coppia considerata allora tra le più forti al mondo. La prima Davis si disputò dal 13 al 15 marzo 1987: l’Italia capitanata da Panatta affrontò la Svezia al primo turno e fu battuta 3 a 2. In campo c’erano Paolo Canè che vinse con Wilander e Pernfors, e Simone Colombo, sconfitto in entrambi i singolari; senza storia il doppio che gli azzurri persero mettendo a segno solo cinque game in tre set. Fu tutto molto più semplice nel 1998. Dal 17 al 19 luglio i quarti di finale, capitano Paolo Bertolucci: l’Italia superò per 5 a 0 un modesto Zimbabwe, con le vittorie di Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti e Diego Nargiso. Quell’anno gli azzurri arrivarono in finale, sconfitti ancora alla Svezia.

E poi, naturalmente, Sinner. Quel ragazzino formidabile che al Tc Prato giocò tre volte. Nel 2012 e nel 2013 in occasione del Trofeo Francesca Morini. Aveva solo dodici anni nel 2013 quando fu premiato come miglior giocatore del torneo, nonostante il settimo posto della sua squadra, il Trentino Alto Adige. Cinque anni dopo il torneo internazionale under 18: si fermò alle semifinali, sconfitto dal cinese di Taiwan Yu Hsiou Hsu (allora numero cinque al mondo, junior). Oggi a soli 22 anni Jannik, per ora numero tre al mondo, è il simbolo del tennis e della sua bellezza. E Prato da giovedì lo festeggerà insieme alla sua squadra, ammirando lo splendore di quella Coppa.