
Armando Meoni, scrittore e politico scomparso a 80 anni nel 1984. Il progetto sarà presentato giovedì alle 17 in Roncioniana, con i ricercatori coinvolti
Le passioni di un socialista. Società, cultura e libero pensiero nella vita e nell’opera di Armando Meoni: è il titolo del progetto ideato dal Comitato pratese per la promozione dei valori risorgimentali e promosso dal Circolo Matteotti, per mantenere viva la memoria dello scrittore e politico pratese scomparso a 80 anni nel 1984. Sarà presentato giovedì alle 17 in Roncioniana, con la partecipazione dei ricercatori coinvolti: Alessandro Affortunati, Alessandro Bicci, Riccardo Cammelli, Andrea Giaconi e Giovanni Pestelli. Meoni contribuì alla ricostruzione morale e storica di Prato, attraverso la cosiddetta "trilogia della memoria" (le monografie Prato ieri, Prato viva e La mano di Prato) e con la sua opera di amministratore. Sino a oggi ha ricevuto un’attenzione solo parziale per lo più incentrata sulle sue opere letterarie. L’équipe di ricercatori si propone quindi di approfondire lo studio del personaggio Meoni e realizzare a novembre un convegno a lui dedicato, con la collaborazione di Marino Biondi, docente di storia della letteratura italiana del ’900 all’università di Firenze. Talento precoce, prima della maggiore età, fu militante socialista e cronista politico e letterario su periodici di area sindacale e progressista. Nel 1915 sposò la pratese Aida Tasselli e l’anno dopo partì per la grande guerra.
Al ritorno a Prato diresse l’ufficio esportazioni di un’azienda laniera, di cui divenne poi rappresentante in proprio. Nel 1925 riprese con una certa regolarità la sua collaborazione a quotidiani e periodici come Nuova antologia, Il Messaggero, La Nazione, Il Resto del Carlino, dove pubblicò alcuni racconti e novelle. Il suo esordio come romanziere avvenne nel 1933 con Creare, pubblicato da Mondadori. I romanzi e racconti successivi, La Cintola (1935), Richiami (1937), Povere donne (1942), La ragazza di fabbrica (1951) furono pubblicati dall’editore fiorentino Vallecchi. Antifascista contribuì alla Resistenza e alla Liberazione divenne vice sindaco e assessore. Militante del Partito Socialista, consigliere comunale e provinciale animò a lungo la vita politica non solo cittadina. Per oltre un ventennio fu amministratore dell’ospedale di Prato. Aderì alla massoneria e alla morte le spoglie furono cremate, le ceneri sparse nel Bisenzio, secondo la sua volontà.