Violenza contro operai in sciopero, la Chiesa di Prato invita la città a una presa di coscienza comunitaria. Dopo la condanna del vescovo di Pistoia Fausto Tardelli (Diocesi dove è inserito il comune di Montemurlo) anche la Diocesi pratese prende posizione. Oltre l’indignazione e la denuncia. Occorre avviare una nuova fase, affinché, con tutte le sue componenti, Prato prenda una posizione netta e unitaria contro lo sfruttamento degli operai. "La Chiesa pratese esprime sconcerto per l’ultimo episodio di violenza che ha coinvolto i lavoratori di una azienda a Montemurlo – afferma Fulvio Barni, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro –. Le voci di denuncia, di disapprovazione di questi gravissimi fatti sono opportune, ma rischiano di essere sterili. Senza una presa di coscienza comunitaria e una azione successiva, non è possibile avere un cambiamento positivo della situazione, che da tempo è diventata un problema di carattere nazionale". Nei mesi scorsi il vescovo di Prato Giovanni Nerbini – delegato dei vescovi toscani per le questioni sociali e del lavoro – aveva chiamato a raccolta le realtà, da questo invito sono scaturiti cinque incontri. "Abbiamo dato vita a una commissione, composta da chi ha gestito le serate di discussione, che ha redatto un documento contenente idee, riflessioni e proposte – spiega Fulvio Barni –. Nelle prossime settimane lo presenteremo, con la speranza di trovare piste concrete da seguire. Pensiamo possa essere uno strumento utile al cambiamento".
Cronaca"Alla città serve una vera presa di coscienza"