
Paolo Toccafondi, ex patron del club biancazzurro (foto Attalmi)
Il dado è tratto: Paolo Toccafondi è uscito allo scoperto per provare a risollevare le sorti di un Prato che, citando le sue parole, "era agonizzante fino a una settimana fa". L’ex patron biancazzurro, che nel 2021 cedette la società laniera a Stefano Commini, ha versato nella giornata di ieri 100.000 euro su un conto notarile. L’obiettivo adesso è quello di trovare (almeno) altri nove imprenditori disposti a sborsare cadauno la stessa somma pagata da Toccafondi per acquistare il club. Ma attenzione, perché il tempo stringe: bisogna raggiungere quota un milione di euro entro il 18 luglio.
Questa è una delle due condizioni presenti nel preliminare di cessione del Prato, firmato nella giornata di ieri da Commini, a una cordata di imprenditori locali. Imprenditori che tuttavia vanno ancora rintracciati. Dopo quanto fatto da Toccafondi, qualcuno degli "ex volenterosi" lo seguirà? Difficile fare pronostici. Certo è che quella del figlio di Andrea sembra tanto la mossa della disperazione per smuovere le acque, nonché un gesto d’amore nei confronti del Prato.
"Penso che sia anche un modo per dimostrare rispetto verso la memoria di mio babbo – ha esordito Toccafondi durante la conferenza stampa tenutasi presso lo Studio Notarile Associato D’Ambrosi e Casale, al quale si è appoggiato per l’operazione - Mi auguro che qualche altro imprenditore mi segua: adesso vedremo se la città è davvero ‘volenterosa’".
Se entro il 18 luglio si sarà raggiunto il già citato traguardo del milione di euro, allora scatterà la seconda condizione, con Commini che sarà obbligato a pagare i 220 mila euro che spettano ai tesserati della stagione 2024/25, così da completare l’iscrizione del Prato in Serie D. "Entro oggi (ieri per chi legge, ndr) andava inviata per via telematica la domanda d’iscrizione alla Lnd e Commini lo ha fatto. Senza il versamento dei 220 mila euro però scatta un’istruttoria negativa da parte della Co.Vi.So.D. Ci sarà poi tempo fino al 21 luglio – ha ricordato Toccafondi – per presentare ricorso con allegati i bonifici fatti ai calciatori".
Da questo punto di vista, sappiamo che Commini sta trattando con gli interessati per provare ad arrivare a un accordo a somme più contenute. L’imprenditore romano insomma si sta occupando della sua parte di responsabilità per cercare di chiudere la trattativa, al momento l’unica ancora di salvezza per il Prato per evitare la ripartenza dalla Terza Categoria. Toccafondi tuttavia non ha preteso l’esclusiva: il che significa che, ci fosse un altro soggetto interessato ad acquistare in extremis il sodalizio biancazzurro, allora Commini sarebbe libero di discuterne. Un’ipotesi questa, a dir la verità, alquanto improbabile, se non da escludere
E allora, di fatto è tutto nelle mani degli imprenditori della città, ai quali Toccafondi ha mandato un messaggio chiaro: "Non ho pretese di ruoli. Se, una volta che sarà delineata la società e la sua governance, gli altri investitori mi chiederanno di andare via, lo farò senza problemi. Non ho l’interesse, né il tempo di gestire il Prato".
Durante la conferenza stampa, l’ex presidente dei lanieri ha pure raccontato le tappe degli ultimi due mesi. "Avevo avuto dei contatti con Giovanni Nigro, quando è emersa la possibilità che la cordata locale rilevasse la società. Poi, una volta che è saltata la trattativa, l’ho di nuovo sentito, perché non volevo che il suo lavoro andasse disperso. Ho chiamato Commini, che non era intenzionato a iscrivere la squadra alla D, e con Rodolfo Fregoli abbiamo analizzato i conti del Prato: il debito ammonta a 800mila euro, di cui 200 circa li pagherà Commini e gli altri possono essere dilazionati. Non è una situazione catastrofica, ma serve che qualche altro imprenditore cittadino tiri fuori i soldi".
Francesco Bocchini