
Svolta pronto soccorso Un percorso nuovo per ridurre tempi d’attesa
di Ilenia Pistolesi
Il fenomeno è un ‘morbo’ incancrenito che si trascina ancor prima della tempesta pandemica: parliamo del pronto soccorso intasato, delle lunghe attese per trovare un posto letto disponibile. Ecco che al primo presidio del Lotti si spalanca una luce per i pazienti lasciati nei corridoi: dalla fine di marzo e gli inizi di aprile, sarà attiva una nuova struttura che garantirà la riduzione dei tempi di attesa in pronto soccorso. In pratica questo nuovo modello organizzativo vuole dare una risposta al cosiddetto fenomeno del ‘boarding’ (pazienti in attesa di ricovero), il fattore che più incide sul sovraffollamento in pronto soccorso. Avere quotidianamente a disposizione un numero preordinato di posti letto per esigenze di ricovero ordinario potrà dare sollievo al pronto soccorso, limitando le difficoltà che interferiscono con il regolare funzionamento del settore dell’emergenza-urgenza, ottimizzando l’utilizzo della risorsa posto letto e potenziando l’interfaccia tra pronto soccorso e gli altri reparti ospedalieri, perché il buon funzionamento di questo percorso è responsabilità complessiva dell’intero ospedale.
L’ormai nota carenza di personale medico di pronto soccorso, associata all’elevato numero di pazienti che accedono a queste strutture, rende così necessario intraprendere modifiche organizzative che permettano - in linea con quanto indicato anche dalla Regione - la presa in carico precoce di quei pazienti che accedono al pronto soccorso per problematiche di natura internistica o comunque medica specialistica (non chirurgica). Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile il percorso sarà attivo anche nell’ospedale di Pontedera e verrà bandito entro breve il nuovo incarico per la responsabilità dell’unità operativa semplice.
"L’obiettivo di questa modifica organizzativa - spiega il direttore del dipartimento delle specialità mediche Roberto Andreini, e responsabile della medicina del Lotti - è duplice: accogliere il prima possibile nei letti delle unità operative di medicina interna i pazienti comunque destinati ad essere ricoverati, riducendo così al minimo l’attesa nei locali del pronto soccorso e garantire il setting assistenziale adeguato alle patologie internistiche di più elevato impegno coadiuvando gli operatori medici e infermieri del pronto soccorso nell’appropriatezza e tempestività delle cure. Nelle nuove strutture di unità operative semplici di presa in carico precoce verranno accolti quindi i pazienti destinati a ricovero dal pronto soccorso e anche i pazienti con patologie con gestione più impegnativa sia clinica che assistenziale".