
Sonny Richichi, presidente di Ihp
Volterra (Pisa), 28 ottobre 2019 - La morte improvvisa di tre cavalli nel giro di pochi giorni rischia di portare Italian Horse Protection, onlus che gestisce il centro di recupero dove si è consumato il tredicesimo decesso in dieci mesi, al collasso gestionale e finanziario, tanto che l'associazione sta ipotizzando anche di chiudere il centro di recupero di Tignano, nel Comune di Volterra. L'associazione presenterà un nuovo esposto in Procura, un'integrazione al primo esposto presentato mesi fa, quando il centro fu insanguinato dalla morte dei primi nove cavalli. Il motivo è "la mancanza di risposte da parte degli enti competenti, a partire dal ministero della salute, riguardo la causa delle morti: incertezza che impedisce di impostare qualunque politica di gestione in sicurezza - dice Sonny Richichi, presidente di Ihp -. Dopo la terza morte nel giro di pochi giorni, siamo in attesa che i veterinari incaricati delle autopsie diano qualche risposta sulle cause di questi decessi improvvisi di animali sani, giovani e senza patologie né sintomi di alcun tipo. Senza risposte, continuare ad andare avanti è impossibile. Si torna a ipotizzare un problema legato al pascolo e ci viene suggerito di confinare i cavalli in spazi ristretti e lontani dall’erba, ma senza dare spiegazioni convincenti e documentate. Anzi a fine aprile e di nuovo a inizio ottobre, nel corso di due riunioni, Asl e istituto zooprofilattico ci dichiararono che i pascoli erano sicuri: del resto è da inizio maggio che i cavalli avevano ripreso a stare progressivamente fuori". La onlus prosegue: "Escludere l'avvelenamento doloso (è l'ipotesi che maggiormente prende corpo negli ambienti dell'istituto zooprofilattico di Toscana e Lazio, ndr) significa assumersi la grossa responsabilità di ostacolare le indagini investigative, o far definitivamente chiudere il fascicolo aperto dalla Procura all'indomani dei decessi, bloccando una strada che potrebbe invece essere una chiave risolutiva del caso, soprattutto in considerazione della straordinarietà di decessi nel numero. I pascoli utilizzati per i cavalli sono di oltre 40 ettari. Per quanta attenzione si possa porre, con ogni mezzo possibile, nell'arco delle 24 ore, chi ha volontà di colpire può comunque trovare una via efficace". Sono attesi a breve ulteriori esami sugli ultimi tre cavalli stramazzati al suolo nell'arco di una settimana. "Una nuova gestione emergenziale dei cavalli come quella attuata da gennaio ad aprile esporrebbe l’associazione al collasso finanziario e a rischio di infortuni per i cavalli e per lo staff - prosegue Richichi -. E ancora peggio sarebbe la remota ipotesi di trasferirsi altrove. Questo profondo disagio è causato dalla mancanza di risposte chiare da parte degli organi competenti, in primis il ministero della salute, a cui più volte in questi mesi abbiamo chiesto un protocollo operativo per accertamenti immediati delle cause di morte e la creazione di una rete di collegamenti con esperti tossicologi. Richieste formali che l'associazione rinnoverà con maggiore determinazione, mentre parallelamente verrà presentato un nuovo esposto alla Procura, dato che la strage di cavalli rimane un mistero che purtroppo non esclude neanche l'ipotesi del dolo, viste le risultanze degli esami autoptici".