CARLO BARONI
Cronaca

La beneficenza nasconde una truffa. Prete fa arrestare due malviventi

Don Agostino (cappellano dell’ospedale) smaschera l’illegale inganno

I carabinieri, con l’aiuto di don Agostino, hanno catturato i due truffatori seriali

San Miniato,  26 maggio 2017 - Una «cauzione» di dodicimila euro che sarebbe stata restituita a donazione avvenuta: 80mila euro a scopi benefici in memoria di un noto medico scomparso da pochi giorni. Erano quasi riusciti nel loro intento i due truffatori che, imbastendo un racconto alquanto complesso e confidando nelle proprie capacità di recitazione, stavano per completare una truffa – peraltro parzialmente riuscita – ai danni di don Agostino, parroco di Larciano (Diocesi di San Miniato) e cappellano dell’ospedale Degli Infermi.

Il primo «acconto», infatti, lo aveva già versato e loro lo aspettavano per il saldo. E quando l’hanno visto arrivare si sono guardati si sono guardati compiaciuto, come a dirsi: «colpo a segno». Ma la loro espressione è cambiata ben presto, perché appostati lì vicino, nei pressi della piscina Intercomunale, c’erano i carabinieri che hanno arrestato Angelo Ruggeri di 68 anni e Roberto De Felice di 57, entrambi residenti in provincia di Bologna: in mano avevano i tremila euro appena consegnati dal sacerdote.

E’ stato questo l’epilogo di una lunga storia, iniziata appunto con una finta beneficenza che in realtà altro non era che una truffa. La vittima scelta dai due, con diversi precedenti specifici, era appunto il cappellano degli ospedali di Fucecchio e San Miniato. Proprio su questo hanno giocato i due truffatori, in arte «Dottor Baldi» e «Benefattore Svizzero» per «agganciare» il sacerdote.

Il «dottor Baldi» si è presentato a don Agostino – secondo la ricostruzione dei fatti – come nipote di un’anziana ricoverata in uno degli ospedali frequentati dal religioso per il suo ministero, che, riconoscente per l’assistenza spirituale ricevuta, desiderava inviargli un assegno di ottomila euro per attività benefiche.

Il finto dottore ha dato quindi un appuntamento al sacerdote nelle vicinanze del vecchio Ospedale del Ceppo a Pistoia. Mentre truffatore e parroco stavano per andare dalla fantomatica zia ecco spuntare il «benefattore svizzero». Dice ai due di cercare un dermatologo che ha curato suo padre e al quale doveva donare la somma di ottantamila euro per fini benefici.

Il sedicente «Dottor Baldi», dopo avere millantato conoscenze ovviamente dovute alla sua professione, entrava da solo negli uffici della vicina Asl, uscendone dopo qualche minuto, con la notizia della morte del dermatologo. Così lo «svizzero», dopo aver simulato un primo dispiacere, propone al parroco di ricevere al posto del deceduto specialista, la cospicua somma da destinare ad attività benefiche, con l’unica condizione di regolarizzare la donazione mediante un atto notarile, ovviamente a cura di un notaio di fiducia del «dottor Baldi», nonché il versamento da parte del beneficiario di una cauzione di dodicimila euro che sarebbe stata restituita a donazione avvenuta. Don Agostino acconsente. L’acconto lo versa. Ma va anche dai carabinieri.