CARLO BARONI
Cronaca

Morto a Varsavia, il padre di Salvatore: "Una dolorosa attesa di risposte dalle indagini"

Il 25enne è deceduto cadendo da un palazzo. "Non sappiamo se il corpo sarà riesumato e se il cellulare sarà analizzato"

Salvatore Cipolletti, 25 anni, morto dopo un volo dal settimo piano di un palazzo
Salvatore Cipolletti, 25 anni, morto dopo un volo dal settimo piano di un palazzo

Ponsacco, 19 novembre 2023 – Tra i gialli ancora in piedi della Valdera, c’è la morte di Salvatore Cipolletti. Aveva solo 25 anni. Perse la vita cadendo dal settimo piano di un palazzo a Varsavia nel quale si trovava in vacanza insieme ad alcuni amici. Era il 9 marzo del 2019. Ancora poco e saranno cinque anni da questa tragedia. Cinque anni di battaglia e di dolore. Carmine e Mary, i genitori del ragazzo, da allora, non si danno pace. Il gip di Roma, ormai più di un anno fa, ha accolto l’opposizione all’archiviazione (fascicolo a carico di ignoti) e ha disposto nuove indagini anche attraverso rogatoria internazionale.

Signor Carmine, a che punto siamo?

"Stiamo ancora aspettando di sapere se verrà disposta la riesumazione del corpo di Salvatore. Il provvedimento del giudice diceva che se ne fosse stata ravvisata la necessità, alla luce di nuovi accertamenti, la salma sarebbe stata riesumata e sottoposta a penzia di un medico legale. Ancora non sappiamo niente. Siamo ancora qui, con tutto il nostro dolore. Noi abbiamo fatto tutto quello che una famiglia può fare, e speriamo ancora che un giorno ci dicano cos’è successo. Restiamo convinti che ci sia molto da capire ancora in questa storia".

Lei ha sempre detto: «guardate il telefonino».

"Certo. Quell’apparecchio, che non so dove sia, può parlare e raccontare molto. Ne sono convinto. Salvatore scrisse quella sera, navigava in rete, ebbe contatti in quei giorni. E comunque vada a finire io il cellulare di mio figlio lo voglio perché sono certo che almeno a noi racconterà molto".

Come non sa dove sia?

"Fu sequestrato durante l’indagine in Polonia che non chiarì alcunché. Spero sia arrivato a Roma. E che venga analizzato. Nelle carte dell’inchiesta che ho letto e riletto io non ne ho trovato traccia. Si parla del suo computer, che io stesso ho portato agli inquirenti, degli accessi Internet che aveva fatto, della navigazione in quello che viene definito il dark web. Ma le risposte che cerchiamo sono nel telefono".

Siete convinti che anche il corpo possa parlare?

"Sicuramente. Furono dette tante cose in quei giorni, riguardo alcol e droga, che non hanno trovato conferma".