
Il tentativo di occupazione della casa di Ponsacco
Ponsacco, 9 agosto 2025 – Il problema è sempre lì, dentro e intorno a quell’enorme palazzone – per tutti, qui, è solo Palazzo Rosa – che continua a essere la croce di Ponsacco, quel nodo con cui la politica stessa, a più livelli, si “annoda” a sua volta. Un luogo foriero di polemiche, di degrado, di “annunci più che di soluzioni”, secondo molti ponsacchini. Tant’è che, anche una manciata di ore fa – come rende noto l’ex assessore Samuele Ferretti – c’è stato un nuovo tentativo di occupazione.
L’ex esponente della giunta Gasperini ricostruisce i fatti e li dettaglia con un lungo post sui social. È il 5 agosto – si legge – quando “viene scardinata la porta di un appartamento e abbattuto pure l’impedimento in muratura alla finestra che era stato messo dalla proprietà”.
Anche le misure prese per mettersi al riparo da intrusioni sono quindi state mandate in frantumi. Chi in quel momento era presente nel condominio per un sopralluogo tecnico, allertato dal forte rumore, si è precipitato sul posto constatando quanto stava accadendo e chiamando nell’immediato le forze dell’ordine.
“Visti tutti i precedenti di questi anni, tutte le occupazioni avvenute – dice Ferretti, che su Palazzo Rosa porta avanti battaglie ben prima di entrare in politica – è indispensabile prendere seri provvedimenti, anche presidiando costantemente ventiquattr’ore su ventiquattro il condominio, in modo da impedirne le occupazioni, perché, come ben sappiamo, una volta entrati, diventa difficile farli uscire”.
“Ricordiamoci che solo pochi giorni fa il condominio – aggiunge Ferretti – è stato ripulito da montagne di spazzatura, non certo accumulatasi in pochi giorni. Per questo occorrono urgenti controlli capillari”. Una vera e propria discarica a cielo aperto: una distesa di sacchi neri, ferraglia, plastica e, pare, anche ciclomotori abbandonati a poche decine di metri dalle abitazioni e dai negozi. Un cumulo impressionante di immondizia nel cuore del paese.
“Ci sono anche appartamenti con le porte che furono murate dalla proprietà dell’immobile e oggi sfondate – avverte Ferretti –. Non dimentichiamoci neppure delle case occupate al di fuori del Palazzo Rosa e dei ponsacchini che hanno dovuto murare la porta del loro immobile per impedirne l’occupazione”.
Tutto questo qualcosa vorrà dire. Anzi, dice molto. Questione di decoro, certo. Ma ancora prima di sicurezza.