Omicidio di Khrystyna. Lupino aveva complici?

Anche se il corpo è stato ritrovato non tutte le domande hanno trovato risposta. E intanto si aspettano gli esiti della comparazione del Dna

Khrystyna Novak

Khrystyna Novak

di Carlo Baroni

Il ritrovamento del corpo di Khrystyna Novak, gli esiti degli accertamenti medico legali che saranno fatti oggi, gli approfondimenti scientifici sul luogo dell’occultamento, potrebbero dare la spinta alla fase finale delle indagini della Squadra Mobile - coordinata dal pm Egidio Celano - per chiudere il cerchio sul giallo di Corte Nardi e sul delitto della ballerina ucraina. Risolvendo anche i dubbi sollevati in tv dallo stesso Francesco Lupino, ritenuto dagli inquirenti il killer della ragazza. "Dalla sera alla mattima non può sparire una persona così – aveva detto Lupino a Chi l’ha visto? –. Ci vogliono almeno quattro persone per fare una cosa del genere". Parlava a ruota libera, allora, il tatuatore di Corte Nardi, sottolineando un principio a cui diceva di tenere molto: "Le donne non si toccano, vanno rispettate, insegno questo ai miei figli".

Si sentiva sicuro, ormai, man mano che passavano le settimane e dopo che specie nei primi giorni della scomparsa, prima che partissero le ricerche, c’era stato via vai di persone e anche Valentina, la compagna di Lupino, avesse parlato del misterioso taxi avvistato di notte nelle corte alcune sere prima la scomparsa della ballerina: "Non hanno nulla in mano – aveva detto quando non immaginava minimamente di essere finito sotto la lente –. Se avevano qualcosa avevano già fatto i mandati d’arresto". Poi commentando il fatto che la 29enne potesse essere stata vittima di un delitto, il 49enne tatuatore ipotizzava un lavoro fatto da professionisti: "Questi sono venuti ed hanno fatto un lavoro fatto per bene – disse a Chi l’ha visto? –. Se arriva quella gente lì non rimane nulla".

E allora, se Lupino è il killer della ragazza, come ritengono gli inquirenti, ha fatto tutto da solo? O ha avuto bisogno di più persone almeno per la fase di occultamento? Sono questi gli interrogativi alla base della terza fase dell’indagine dopo aver indivuduato il presunto colpevole e ritrovato il corpo della vittima. Khrystyna non era lontana: avvolta nel cellophane sigillato con nastro isolante, era stata gettata come un fagotto in un casolare diroccato a due chilometri e mezzo dal luogo del delitto. A portare gli inquirenti alla tomba della ragazza è stato l’analisi del gps della macchina di Lupino ed i riscontri con le celle. Il primo riconoscimento è stato fatto per l’anello di fidanzamento che aveva ancora al dito.

L’autopsia e la comparazione del Dna daranno la risposta decisiva. Sulla passione per le armi del presunto killer non ci sono dubbi. Lo stesso Airam Gonzalez, il findazato di Khrystyna - incastrato e agli arresti per armi e droga dal tatuatore con una soffiata alla polizia - l’ha più volte ribadito: "si faceva vedere sempre con la pistola come un bandolero". Airam voleva rompere con i traffici illeciti che aveva con il tatuatore, la fidanzata spingeva per questo ed era determinata. Tutto questo, secondo le indagini, avrebbe armato la mano del 49enne che viveva in afitto da Airam che voleva strattarlo. "Khrystyna non la spaventavi – commentò Airam dopo l’arresto di Lupino –. Hanno litigato, lei ha iniziato a fare casino ed è successo".