Morto contromano in superstrada, tragedia senza perché. "Era l’amico che tutti vorrebbero"

Dolore per la scomparsa di Jacopo Varriale, 36 anni, deceduto tra le lamiere vicino all’interporto di Livorno. Il ricordo degli amici d’infanzia e di sport

I soccorritori arrivati in FiPiLi (foto Lanari)

I soccorritori arrivati in FiPiLi (foto Lanari)

San Miniato (Pisa), 15 maggio 2022 - Un nuotatore talentuoso. Uno grande sportivo tifoso del Milan. "Un sorriso contagioso", ricordano gli amici. Un sorriso che si è spento, lasciando una scia di angoscia pungente e profonda, nel buio di una notte tiepida e maledetta. Jacopo Varriale, 36 anni, originario de La Catena di San Miniato – ora residente a Santa Maria a Monte – è morto in un groviglio di lamiere là dove la Fipili finisce, non lontano dall’interporto di Livorno.

Uno schianto terribile dopo aver percorso – è emerso dai primi accertamenti, si apprende – una manciata di chilometri sulla "veloce" contromano: all’altezza dell’interporto, Varriale si è scontrato con un’altra macchina. In questa vettura viaggiavano quattro 20enni di Pontedera rimasti feriti nell’impatto e ricoverati in ospedale. L’uomo poco prima dello schianto pare fosse stato a cena con degli amici, poi non si sa ancora per quale motivo (forse un errore, o una fatalità) abbia imboccato la superstrada nel senso opposto. Numerose le chiamate al 112, con la polizia stradale di Livorno che si è immediatamente attivata, facendo di tutto, insieme ai colleghi pisani per cercare di fermare il suv di Variale. Ma le pattuglie non sono riusce a raggiungerlo. I soccorsi sono stati immediati. Ma tutti i tentativi di strappare Varriale alla morte, purtroppo, sono stati vani. Sul caso sono in corso approfodimenti.

La notizia della tragedia è "piombata" di primo mattino nel sanminiatese, destando cordoglio e incredulità. Tanti gli amici che si sono attaccati ai social per gridare rabbia e sgomento. "Ti chiamavo Jaio perché Jacopo era troppo complicato per una bambina dell’asilo, eri il nostro sportivo, l’amico buono e gentile che tutti vorrebbero avere accanto", dice Azzurra, come Jacopo, originaria de La Catena.

"Non ci posso credere, abbiamo condiviso insieme dei momenti indimenticabili", scrive Andrea. "Mi sono paralizzato stamani, una telefonata che mi ha gelato, non è vero... Non esiste una spiegazione, non c’è. Non è vero, svegliatemi", scrive Alessandro. "Alcune persone, anche se ci sono state vicine per poco tempo lasciano nella nostra vita un vuoto incolmabile. Alcune persone rimangono nei nostri cuori per sempre", aggiunge Filippo. "Siamo rimasti tutti di ghiaccio", è il post di un’amica, una delle prime a lasciare sulla piazza virtuale delle gioie e dei dolori, un cuore per il 36enne.

Jacopo Varriale era, appunto, un grande sportivo. Un bravissimo nuotatore. Ce lo ricorda Giovanni Pistelli, presidente della Tnt Empoli che è stato il suo allenatore. "Iniziai a seguire Jacopo quando aveva 13 anni – dice Pistelli – e l’ho allenato per sei anni. Un ottimo atleta, talentuoso in particolare nello stile libero. Ha vinto e si è portato a casa delle medaglie anche in campionati nazionali. Ha gareggiato a lungo nei 400 metri. Che ricordo ho? Un bravo ragazzo, sorridente, disponibile, molto determinato nello sport".

Il padre di Jacopo nella prima decade degli anni Duemila è stato presidente di Tnt, quando Pistelli era l’allenatore del figlio. Jacopo non ha mai smesso di nuotare, aveva continuato ed ora era in categoria Master. Ma non frequentava più Empoli, si allenava a Pontedera. Dimensione Nuoto Pontedera Asd ricorda così il 36enne: "un ragazzo determinato, mite e di grande talento che in poco tempo è diventato una colonna portante del gruppo Master. La sua scomparsa ci lascia un grande dolore ed un senso di vuoto e di impotenza rispetto ad un destino, che ci appare estremamente ingiusto". Varriale lascia la moglie, il figlio di un anno, i genitori ed un fratello. La salma, si apprende, è stata restituita alla famiglia.