
Ancora attacchi ai danni degli allevatori. I pascoli sono indifesi e i danni economici sono enormi
Castelnuovo Valdicecina, 25 marzo 2023 – La pace ha abbandonato da anni i pascoli della Valdicecina: il fenomeno spietato delle incursioni dei predatori dei boschi, lupi o ibridi, sta pian piano facendo issare bandiera bianca a tanti allevatori, la cui presenza si sta affievolendo in maniera preoccupante. Solamente nel territorio del Volterrano, il fenomeno predatorio unito ai rincari vertiginosi dei prezzi di mercato dei mangimi e delle bollette, ha indotto almeno quattro aziende di allevamenti ovini a vendere il bestiame. L’ultimo assalto risale a qualche giorno fa, a Montecastelli Pisano (Castelnuovo Valdicecina) e a farne le spese è stato un capo del gregge di Antonello Moni, pastore 47enne che qualche anno fa aveva chiuso i battenti della sua attività a causa della continua morie di pecore, divorate dai predatori.
“Con coraggio , ho deciso di ripartire, ma nulla è cambiato – spiega Moni – ho trovato una pecora sbranata, dilaniata. E la scorsa settimana c’era stata una lunga sequela di avvistamenti di lupi o ibridi. Si avvicinano anche di giorno, e non possiamo tenere gli animali sempre rinchiusi nei capannoni per la paura che vengano azzannati e uccisi dalle predazioni. E’ una vita impossibile per chi ha un’azienda di questo tipo, un’attività che ho ereditato da mio padre. E quando era lui a tenere le redini in mano, non accadevano questi ripetuti attacchi. Non smetterò mai di dirlo. Il settore è in ginocchio. E non si vede l’ombra di una mano tesa dalle istituzioni". Moni racconta che l’area di Montecastelli ‘è del tutto circondata dai predatori. "Ho perso più di 50 capi negli ultimi anni, tanto che a un certo punto avevo deciso di mollare. Adesso sono tornato con un gregge di 300 animali, ma non so più come proteggerlo. Mandare gli ovini al pascolo è fondamentale, ma si vive ogni giorno con la paura che qualche esemplare finisca nelle fauci dei predatori. A ciò si aggiungono i costi schizzati alle stelle, praticamente raddoppiati, dei mangimi. Non viviamo più, stiamo cercando di sopravvivere, con il rischio che il settore muoia del tutto in Alta Valdicecina". I numeri danno uno spaccato allarmante: "Nell’area di Montecastelli siamo rimasti in quattro a portare avanti questo lavoro con enorme sacrificio – conclude Moni – prima, in tutta l’Alta Valdicecina, eravamo una 50ina di allevatori. Adesso siamo rimasti circa in 20".