La moda in crisi. Un freno alla pelle. Conciario in difficoltà. Calo dell’export

Il monitor dei distretti elaborato dagli studi di Intesa Sanpaolo. Contrazione nelle vendite negli Usa (-24,4%) e Hong Kong (-23,2%).

La moda in crisi. Un freno alla pelle. Conciario in difficoltà. Calo dell’export

La moda in crisi. Un freno alla pelle. Conciario in difficoltà. Calo dell’export

di Carlo Baroni

SANTA CROCE

I numeri certificano le difficoltà del settore moda in genrrale e del conciario. E’ quanto emerge dal monitor dei distretti della Toscana, elaborato dalla direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo che ha meso sotto la lemte l’andamento dei primi nove mesi del 2023. L’analisi mostra come a partire dal secondo trimestre si sia registrato un rallentamento nelle esportazioni che si è acuito nel periodo luglio-settembre quando si è fatto sentire forte il rimbalzo dei prezzi, l’aumento del costo delle meterie prime, e un quadro internazionale di tensioni geopolitiche che si sono riverberate sui mercati inducendo anche le case di moda a tirare il freno. Una quota rilevante della riduzione nelle esportazioni è legata all’andamento del distretto della pelletteria e calzature di Firenze che si è attestato a 4,6 miliardi di euro (-10,7%): anche questo un settore legato a doppio filo al Comprensorio alla pelle e al cuoio. Infatti la conceria e le calzature del distretto di Santa Croce – si legge nel report – ha mostrato una contrazione nelle vendite verso gli Stati Uniti (-24,4%) e Hong Kong (-23,2%), solo in parte compensata dalle maggiori esportazioni verso la Francia, che rappresenta il primo mercato di sbocco (+13,5%).

Il mondo della scarpa e quello della moda in pelle, in generale, fanno i conti – e il trend è sbarcato anche nel 2024 – con una crisi partita alla fine del 2022 quando i segnali iniziarono a non essere buoni: poi l’inflazione a due cifre, i forti rincari di gas, energia, prodotti chimici. Un’amplificazione dei costi che ha creato difficoltà. Il settore sconta, a dire il vero, anche l’euforia del post Covid a cui a fece seguito una sovrapproduzione che poi non ha trovato i riscontri nelle previsioni di vendita. Di conseguenza le aziende si sono trovate con i magazzini pieni di prodotto finito, maggiori costi, e un mercato molto instabile.

Bene, invece, la filiera agro-alimentare che realizza una crescita nei primi nove mesi del 2023 dell’1,6%. Spicca in positivo il distretto dell’olio toscano – nel Valdarno c’è una forte vocazione al settore olivicolo – che egistra una crescita del +11,6%. "I distretti della Toscana confermano anche nel 2023 una buona tenuta, grazie alla loro elevata competitività e alla qualità distintiva delle produzioni". commenta Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo. Nel prossimi giorni ci saranno impoprtanti appuntamenti fiestistici, specie per la moda (Lineapelle, Micam e Mipel). Uscirà un primo quadro su quello che si prospetta per il 2024.