
L’assessora Monia Monni
SANTA CROCE
"La proposta di legge approvata dal consiglio regionale non amplia in alcun modo le competenze dei Comuni, ma mette ordine a seguito di una recente sentenza della Corte costituzionale, nonché disciplina l’iter amministrativo relativo ad una particolare tipologia di inquinamento , quello cosiddetto ’diffuso’. Questo con il Keu non c’entra niente". Sono le parole dell’assessore regionale all’ambiente Monia Monni che cerca di mettere chiarezza dopo le polemiche sulle competenze riguardanti i lavori di bonifica dei siti inquinati dal Keu.
"Già di per se la vicenda Keu è complessa e sta richiedendo un lavoro tecnico e amministrativo non semplice – aggiunge ancora l’assessora regionale – Non alimentiamo confusione dove non c’è, perché in questo momento bisogna lavorare con serenità per concretizzare procedimenti assai complessi. I siti contaminati da Keu e su cui la Regione, allo stato attuale, è competente e sta intervenendo insieme al commissario alle bonifiche generale dei carabinieri forestali Giuseppe Vadalà, sono la strada regionale 429, nonché gli impianti di Lerose di Bucine e Pontedera".
"Negli altri casi siamo in presenza tecnicamente non di procedimenti di bonifica ma di rimozione dei rifiuti – spiega ancora concludendo l’assessora Monia Monni – perché, per fortuna, in molti casi non c’è compromissione delle matrici ambientali, su cui per legge nazionale la Regione non può intervenire in quanto la competenza è riservata ai Comuni".
Tra questi siti, come noto, c’è quello del Green Park di Pontedera, la zona alla periferia della città vicino allo stadio Mannucci. In quest’area le operazioni di bonifica sono in corso da settimane a cura della società che ha realizzato le prime opere di lottizzazione dell’area dove sorgeranno edifici che andranno a edificare un nuovo quartiere. La vicenda Keu, come noto, è divampata nell’aprile del 2021 quando i carabinieri forestali effettuarono arresti e perquisizioni tra Santa Croce e Bucine dove ha sede l’azienda Lerose che era incaricata del recupero e dello smaltimento del Keu, materiale di resulta del trattamento dei fanghi conciari che dal depuratore Aquarno vengono trattati nell’impianto Ecoespanso. A rischiare il processo sono 24 persone e 6 società.